Molto spesso capita di vivere emozioni o processi psichici che possono tradursi anche in sintomi fisici. Questa condizione viene definita con il termine somatizzazione.
In questo articolo della dott.ssa Monica Scirica, psicoterapeuta del Santagostino, proveremo quindi a capire in cosa consiste il processo di somatizzazione, quali sono le situazioni in cui una persona può somatizzare e in quali sintomi fisici possono tradursi i disagi psicologici di una persona.
Che cosa vuol dire somatizzare?
Somatizzare vuol dire mettere in atto un meccanismo tale per cui i processi psichici e le emozioni vengono trasformati in sintomi fisici coinvolgendo il sistema nervoso, endocrino e immunitario. La somatizzazione è alla base del disturbo psicosomatico ed evidenzia come il corpo sia un perfetto strumento di comunicazione di un disagio psichico.
In passato, questa condizione veniva definita come “disturbo di conversione”. Per capire esattamente cosa si verificava nei pazienti che la manifestavano, Freud raccolse una serie di osservazioni nei celeberrimi studi sull’isteria, di cui il più famoso è sicuramente il caso di Anna O, ancora oggi studiato e largamente dibattuto.
Quando il corpo somatizza?
Solitamente, la somatizzazione è determinata dalla presenza di forte stress, ansia patologica, paura costante e/o forte disagio.
Le emozioni possono essere infatti espresse tramite il corpo. Come? Ecco piccoli esempi che mostrano come il corpo è strettamente connesso alle emozioni:
- la paura fa sudare freddo
- la rabbia fa venire i bollori
- l’amore fa battere il cuore e venire le farfalle allo stomaco
- l’ansia fa rallentare la salivazione, tremare le gambe, fa venire la tachicardia.
Possiamo immaginare anche una situazione tipica in cui potrebbe verificarsi un disturbo psicosomatico: quando un soggetto prova una rabbia non espressa, inibita, la gestisce canalizzandola attraverso un meccanismo di somatizzazione sul corpo, che produce un sintomo organico come il mal di testa ricorrente.
Quali sono i sintomi psicosomatici?
I sintomi dei disturbi psicosomatici sono determinati dall’attivazione del sistema nervoso autonomo, che risponde con reazioni vegetative portando alla manifestazione di problemi fisici, come:
- disturbi dell’apparato gastrointestinale: nausea, vomito, meteorismo, diarrea, gastrite, colite, ulcera, intolleranze alimentari
- dell’apparato cardiocircolatorio: ipertensione, aritmie e tachicardie
- dell’alimentazione, come bulimia e anoressia
- dell’apparato muscolare: cefalea, torcicollo, mialgia, artrite, crampi
- dell’apparato urogenitale: ciclo mestruale irregolare, disfunzioni erettili e/o dell’eiaculazione, anorgasmia, enuresi
- condizioni della pelle, quali prurito, orticaria, psoriasi, secchezza cutanea e delle mucose, acne, dermatite, iperidrosi
- disturbi simil-neurologici, come afonia, cecità, sordità, difficoltà a deglutire, amnesia, paralisi o debolezza muscolare (ipostenia) localizzate, disfunzioni della coordinazione e/o dell’equilibrio.
Questi sintomi non sono dissimulati né prodotti intenzionalmente, ma disturbi reali, che possono avere come conseguenza una serie di problemi nella sfera interpersonale e comportamentale, quali:
- difficoltà nella relazione di coppia e nei rapporti sociali
- tendenza all’impulsività e a un atteggiamento antisociale
- scarso rendimento sul lavoro o negli studi
- assenteismo
- tentativi di suicidio.
Cosa sono i disturbi da somatizzazione? Diagnosi
I disturbi da somatizzazione includono tutte quelle forme patologiche che si situano tra il piano psicologico e quello corporeo. Sono definiti anche disturbi somatoformi poiché i sintomi fisici si presentano a livello organico (somatico).
Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) è possibile diagnosticare un disturbo di somatizzazione quando una persona manifesta nel corso della sua vita:
- sintomi dolorosi quali mal di schiena, cefalea, dolori alle articolazioni
- due sintomi gastrointestinali
- un sintomo sessuale: dolori mestruali, impotenza, indifferenza verso il sesso
- un sintomo pseudo-neurologico, come vertigini, deficit della coordinazione o dell’equilibrio, ipostenia, paralisi, problemi nella deglutizione o nodo alla gola.
Il disturbo di somatizzazione deve insorgere prima dei 30 anni, persistere per almeno alcuni anni e non essere riconducibile del tutto con una condizione medica o con gli effetti di una sostanza. Qualora sia concomitante a una patologia medica, deve comportare una compromissione dell’equilibrio fisico o sociale eccessiva rispetto a quanto lascerebbero pensare i sintomi e i risultati degli accertamenti condotti.
Di solito le persone che somatizzano tendono anche a presentare i loro problemi in modo enfatico o indefinito, o come parte di una lunga e intricata storia clinica. Generalmente sviluppano ansia e depressione: disagi per cui chiedono un consulto.
Ricordiamo che su base psicosomatica possono insorgere disturbi fisici a tendenza cronica e resistenti alle terapie mediche:
- stanchezza cronica
- dolore cronico
- cefalea tensiva
- fibromialgia
- dermatite psicosomatica
- colon irritabile.
Quanto può durare una somatizzazione?
Il disturbo di somatizzazione si sviluppa in genere in forma cronica e con un andamento fluttuante, che in rari casi regredisce completamente.
Come risolvere la somatizzazione?
Il primo passo, quando si sospetta un disturbo di somatizzazione, è sicuramente accertarlo, richiedendo un consulto medico. Una volta esclusa la presenza di patologie fisiche sottostanti grazie ai controlli clinici del caso, sarà possibile inquadrare con maggiore chiarezza il problema e impostare un percorso di cura.
A questo proposito, può essere d’aiuto intraprendere un percorso di terapia psicologica, con l’obiettivo di esplorare le origini profonde del disagio e apprendere strategie per modificare gli schemi cognitivi, emotivi e comportamentali che alimentano il disturbo. Si potranno così affrontare e risolvere le tensioni che incidono sul benessere psicofisico.
La diagnosi e il trattamento dei disturbi psicosomatici possono essere complessi, data la natura sfuggente delle loro cause e dei loro sintomi. Per cercare di affrontare nel modo più efficace questi disagi, oltre il trattamento psicologico, si possono prendere in considerazione pratiche di rilassamento e meditazione, che possono offrire sollievo, aiutando a rilassare il corpo e la mente.
(11 Settembre 2024)