Cos’è l’eustress o stress positivo

L'eustress si manifesta come una forma di stress che induce una reazione positiva. È lo "stress buono" che può aiutarci in diversi aspetti della vita.

Cos’è l’eustress o stress positivo

L’eustress viene percepito e vissuto come sfida, una sfida che può essere vinta e accresce la sicurezza in sé, l’autostima e il benessere complessivo.

Il concetto di stress, più in generale viene spesso associato a un’esperienza prevalentemente negativa e a momenti in cui la persona prova sensazioni di tensione, nervosismo e affaticamento mentale.

Tuttavia è importante riconoscere che lo stress può anche assumere una valenza positiva e svolgere un ruolo cruciale in diversi contesti della nostra vita. Non sempre, quindi, è un fattore che determina squilibrio psichico e fisico.

Scopriamo insieme cos’è l’eustress, quali sono le differenze tra stress positivo e negativo e come prevenire gli effetti dannosi dello stress “cattivo”.

Cosa si intende per eustress o stress positivo

Prima di descrivere il significato di eustress è necessario definire il concetto di stress. Il concetto di stress è stato introdotto per la prima volta da Hans Selye, endocrinologo di origini austriche naturalizzato in Canada. Per Selye lo stress è dato da risposte non specifiche, da parte dell’organismo, ad una qualsiasi richiesta di cambiamento.

Lo stress è parte della vita e, sempre secondo le parole di Selye, e accade nei fatti quando l’organismo riceve un eccesso di richieste rispetto alla sua capacità di autoregolazione, chiamata in termini scientifici omeostasi. Per dirla in parole più dirette, lo stress tende a minare l’equilibrio della persona, fisico o psichico che sia.

Lo stimolo che arriva alla persona può comunque essere vissuto come piacevole, oppure spiacevole, e quando si ha una percezione piacevole della richiesta di cambiamento si ha eustress. L’eustress è dunque una risposta positiva allo stimolo, che può produrre effetti benefici sulla salute della persona, sulla sua motivazione e sulle sue prestazioni. Lo stimolo è una sfida, può determinare crescita personale e sviluppo, viene accettata e ingaggiata con interesse, piacere ed entusiasmo.

Si tratta di un tipo di stress che funge da catalizzatore per la motivazione e la produttività, è gestibile e suscita emozioni di eccitazione piuttosto che causare disagio o ansia.

Cosa genera eustress?

I fattori che contribuiscono all’eustress possono differire notevolmente da individuo a individuo, poiché dipendono dalle percezioni soggettive di ciascuno, più che dalla fonte di stress in sé. 

In linea generale, sono fonte di eustress tutte quelle situazioni che rappresentano delle nuove sfide che portano a grandi grandi cambiamenti nella vita, come l’inizio di una nuova relazione o di un nuovo percorso professionale.
Anche le piccole sfide di ogni giorno, come la risoluzione di problemi gestibili, possono suscitare questo tipo di stress, poiché le persone si sentono in grado di affrontarle con successo, sviluppando così una maggiore autostima.

Le nuove esperienze, come viaggiare in posti sconosciuti, generano stress positivo: sebbene possano causare una certa preoccupazione iniziale, portano a nuove scoperte e ad una significativa crescita personale

Infine, anche l’angoscia può trasformarsi in eustress; ad esempio, la perdita del proprio posto di lavoro può essere devastante all’inizio, ma può essere reinterpretata dall’individuo come un’opportunità per un nuovo inizio.

Qual è la differenza tra eustress e distress?

La distinzione chiave tra eustress e distress risiede nella loro natura e nell’impatto che hanno sul benessere complessivo della persona. 

Mentre l’eustress è una forma di stress “buono” che stimola la motivazione e genera energia, il distress rappresenta un’esperienza negativa che può avere conseguenze dannose per la salute mentale e fisica. Può essere associato a situazioni che sono vissute come indesiderate, incontrollabili e inattese. Si sta parlando di situazioni che non sono state scelte e che, in una certa misura, sono percepite come imposte e il più delle volte non si possono evitare.

Oltre a essere fattori di rischio per ansia e per depressione, simili eventi sono anche fonte di incertezza e di insicurezza, dal momento che i loro risultati sono percepiti come imprevedibili. Come forse può essere intuito, l’aspetto cognitivo che determina la valutazione degli stressor è discriminante. Se una situazione viene percepita come controllabile, ecco che le risposte si basano su questa credenza.

La principale divergenza si trova nella reazione individuale di fronte a un evento stressante: l’eustress dà origine a emozioni positive, fornisce la vitalità giusta per migliorarsi e incentiva ad affrontare le sfide con la carica giusta.

Il distress, al contrario, produce sensazioni di sovraccarico, ansia e incapacità di far fronte alle circostanze. Oltretutto, la difficoltà nel reagire sotto stress comporta problemi a livello psicofisico come insonnia, mal di testa o mal di stomaco.

Differenza tra stress acuto e stress cronico

Ogni individuo reagisce in modo diverso a situazioni complicate in base alla quantità di stress provocato e alle circostanze specifiche. Tuttavia è fondamentale distinguere tra stress acuto e stress cronico.

A seguito di un evento angosciante l’organismo risponde allo stress attraverso il rilascio di ormoni che provocano risposte fisiche ed emotive utili a fronteggiare la situazione: aumenta il battito cardiaco e il ritmo respiratorio, i muscoli si contraggono e si “chiude lo stomaco”.

La differenza tra i due tipi di stress risiede nel fatto che lo stress acuto emerge come una reazione istantanea di breve durata, mentre lo stress cronico diventa una costante nel tempo e il suo impatto prolungato sull’organismo può innescare problematiche di salute mentale e fisica, influenzando negativamente la qualità della vita.

Generalmente lo stress acuto svolge un ruolo positivo stimolando l’individuo. Lo stress cronico, al contrario, si accompagna a una serie di gravi conseguenze: dall’indebolimento del sistema immunitario all’aumento del rischio di patologie psichiatriche, malattie infettive e cardiache. Inoltre, può incoraggiare un eccessivo consumo di alcol e psicofarmaci.

Quali fattori possono trasformare lo stress negativo in positivo?

Sebbene lo stress sia il sale della vita, prendendo a prestito le parole di Seyle, un suo eccesso può essere disregolatore rispetto all’equilibrio psicofisico della persona. Da questo punto di vista, sono esclusivamente due i fattori che trasformano lo stress positivo in negativo: si sta parlando della intensità e della frequenza con cui gli stress accadono.

Quando una persona rimane esposta per troppo tempo ad un evento oppure ad una situazione stressante, o quando si ha particolare intensità, ecco che l’eustress diventa stress cattivo. Mentre l’avere affrontato e risolto, in più occasioni, una situazione stressante determina comunque appagamento crescita della propria autostima.

Come trasformare il distress in eustress?

Trasformare il distress in eustress richiede un cambiamento nella percezione dello stress e l’adozione di tecniche per gestire le risposte ad esso. Secondo uno studio di Crum, Salovey e Achor (2013) lo stress percepito e vissuto come una risorsa può migliorare la performance e la salute. Questi autori hanno dimostrato che le persone informate sul potenziale positivo dello stress hanno sperimentato miglioramenti nella performance e riduzioni nella risposta dello stress.

Un esempio pratico è l’uso del cognitive reframing, reinquadratura cognitiva, che implica la ristrutturazione di un’esperienza stressante in termini positivi. Se la persona si sente sopraffatta da un carico di lavoro elevato, invece di vedere questo come una minaccia, lo può interpretare come un’opportunità per crescere e imparare nuove competenze.

Un’altra strategia è la pratica della mindfulness e della meditazione, che aiutano a mantenere la calma e la concentrazione nelle situazioni stressanti, migliorando così la percezione degli eventi come eustress piuttosto che distress. La ricerca di Jazaieri (2012) ha dimostrato l’efficacia della mindfulness nell’aumentare la resilienza allo stress.

Inoltre, stabilire obiettivi chiari e realistici può aumentare la probabilità di percepire lo stress come eustress, dal momento che fornisce un senso di direzione e uno scopo, riducendo l’ansia da prestazione e aumentando la soddisfazione per i traguardi raggiunti.

Come gestire il distress e sfruttare l’eustress

Il distress richiede approcci specifici per essere gestito in modo efficace. Prima di tutto, è fondamentale individuare la radice dietro ogni situazione stressante e riuscire a reinterpretarla come una sfida anziché vederla come una minaccia. Affrontare le difficoltà con un approccio proattivo costituisce la base per ridurre i livelli di stress, ma è anche importante adottare piccole strategie quotidiane per trasformare il distress in eustress:

  • praticare la meditazione e la mindfulness per allontanare i pensieri negativi.
  • Mantenere una regolare attività fisica.
  • evitare l’insistente perfezionismo.
  • essere consapevoli dei propri limiti e accettarli come parte integrante di sé

Non bisogna dimenticare che in alcuni casi potrebbe essere necessario ricorrere all’aiuto di uno psicologo, il quale può offrire un sostegno mirato per affrontare e superare lo stress cronico.