La paura degli aghi è una fobia piuttosto diffusa, che provoca nelle persone che ne sono affette un forte disagio.
Sottoporsi o anche solo pensare di doversi sottoporre ad analisi del sangue oppure vedere qualcuno utilizzare un oggetto acuminato sono circostanze che possono scatenare episodi di ansia, attacchi di nausea, vertigini, svenimenti e attacchi di panico. Ma a cosa è dovuta questa paura e come si manifesta? Come fare per superarla? Scopriamone di più.
Come si chiama la fobia degli aghi?
La fobia degli aghi è un disturbo psicologico noto con il termine tecnico di “belonefobia“, riconosciuto come tale nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM). Questo disturbo è caratterizzato da una paura irrazionale nei confronti di aghi, spilli, siringhe o in generale oggetti taglienti o acuminati.
La persona che ne soffre può manifestare una forte avversione o disagio alla vista di tali oggetti, e questa fobia può essere enfatizzata quando c’è la possibilità che l’utilizzo di tali strumenti possa provocare ferite o perdite di sangue. La belonefobia è infatti spesso associata all’emofobia, che è la paura del sangue.
Cosa vuol dire agofobico?
Nel linguaggio comune, si è soliti riferirsi alla belonefobia come “agofobia” e definire un soggetto che ne è affetto come “agofobico”.
Più precisamente, si parla di:
- aichmofobia per identificare la fobia specifica nei confronti degli aghi
- tripanofobia per far riferimento alla paura delle iniezioni e delle siringhe
- enetofobia per definire la paura degli spilli
- vaccinofobia per identificare la paura dei vaccini
Queste sfumature di significato riflettono quanto complesso sia il mondo delle fobie legate agli aghi e quanto queste influenzino le vite di coloro che ne sono colpiti.
Perché si ha paura degli aghi?
La paura degli aghi è un fenomeno complesso che è stato ricollegato a varie cause.
Una delle possibili spiegazioni di questa dinamica è legata a esperienze traumatiche vissute in prima persona o riferite da altri. Ad esempio, durante l’infanzia, un individuo potrebbe essere stato testimone di un familiare o un amico che ha reagito con terrore a un’iniezione, finendo così per attribuire un valore negativo agli oggetti appuntiti.
In alcuni casi, l’origine della fobia può risiedere invece in un’esperienza dolorosa vissuta nel sottoporsi a una procedura medica, che porterebbe il paziente ad associare una sensazione di dolore intenso all’uso di aghi o siringhe. La belonefobia potrebbe derivare, in questo caso, da una reazione di ipersensibilità al dolore (iperalgesia), per cui anche il fastidio dovuto a un prelievo di sangue diventa una sofferenza insopportabile.
Oltre alle esperienze personali, alcune ricerche suggeriscono una possibile predisposizione genetica alla belonefobia. Spesso, questa paura degli aghi si ripresenta infatti in membri della stessa famiglia.
La belonefobia è spiegata da alcuni, inoltre, nell’ambito di una teoria evolutiva: i modelli visivi che provocano la paura degli aghi sono simili a quelli associati a ferite causate da armi da fuoco o oggetti contundenti. In passato, evitare tali traumi veniva associato a una maggiore probabilità di sopravvivenza, poiché le ferite comportavano significative perdite ematiche.
Come si manifesta la paura degli aghi?
Nei soggetti belonefobici la vista di oggetti appuntiti o il pensiero di dover entrare in contatto con essi può provocare sintomi quali:
- ansia, che nei casi peggiori può sfociare in panico
- nausea e vomito
- respiro affannoso
- palpitazioni
- tremore
- vertigini
- svenimenti
- formicolio
- tensione muscolare
- rimuginio
- confusione
La belonefobia può causare serie criticità nella vita di tutti i giorni. Basti pensare alle conseguenze che può avere nella gestione dello stato di salute. Le persone con belonefobia possono evitare o ritardare visite mediche, esami del sangue, terapie e vaccinazioni per paura delle iniezioni, con il rischio di una mancata diagnosi, di una diagnosi tardiva o di un trattamento inadeguato di alcune condizioni mediche. Un rischio che diventa molto pericoloso, come nel caso di persone affette da diabete.
Come affrontare la paura degli aghi?
La paura degli aghi può essere un disturbo fortemente invalidante che, come abbiamo visto, è capace di compromettere anche gravemente il benessere psicofisico di una persona. Per questo, dovrebbe essere sempre oggetto di una valutazione specialistica e di un adeguato trattamento.
Tra le strategie che possono aiutare le persone a superare la belonefobia vi sono:
- la psicoterapia, in particolare l’approccio cognitivo-comportamentale, associato a tecniche di esposizione graduale e controllata agli stimoli fobici e desensibilizzazione di questi. Le nuove tecnologie come la realtà virtuale potrebbero essere un ulteriore strumento utile per il trattamento della fobia
- tecniche di rilassamento, come il training autogeno, gli esercizi di respirazione, la meditazione e lo yoga, che possono aiutare a gestire l’ansia associata alla paura degli aghi e a mantenere la calma durante le situazioni che scatenano la fobia
- farmaci, prescrivibili nei casi in cui la paura degli aghi è associata a condizioni di ansia o depressione. La terapia farmacologica può includere benzodiazepine, antidepressivi triciclici, beta-bloccanti, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) o inibitori delle monoamino ossidasi (MAOI)
Come non sentire il dolore dell’ago?
Quando si tratta di affrontare la paura degli aghi e cercare di alleviare il dolore dovuto all’ingresso dell’ago nella pelle esistono diverse strategie che possono essere adottate. Prima di tutto, è importante comprendere che gran parte del disagio deriva dalla tensione e dall’ansia che si accumulano prima dell’atto in sé.
In secondo luogo può aiutare seguire alcuni accorgimenti:
- farsi accompagnare da un amico o un familiare quando ci si sottopone a una procedura che implica l’uso di un ago
- distrarsi: per ridurre la percezione del dolore è utile distogliere lo sguardo dall’ago e concentrarsi su un’attività piacevole, come chiacchierare con i professionisti sanitari, nel caso si debba fare una puntura o un prelievo del sangue, o con i tatuatori, nel caso in cui si stia facendo un tatuaggio
- respirare lentamente e profondamente: inspirare lentamente attraverso il naso e espirare lentamente attraverso la bocca può aiutare a calmare l’ansia e ridurre il dolore percepito