Il picacismo è un disturbo del comportamento alimentare che consiste nell’ingestione persistente di sostanze non nutritive, come terra, sabbia, carta e altri oggetti insoliti.
Questo fenomeno, chiamato anche pica, presenta caratteristiche peculiari che lo rendono difficile da diagnosticare e trattare. Molto spesso, infatti, le persone affette dal disturbo tendono a nascondere il loro comportamento, rendendo complicata la sua identificazione da parte di familiari e professionisti sanitari.
In questo articolo vediamo cos’è il picacismo, cercando di ricostruire le cause che concorrono alla sua insorgenza e le opzioni di trattamento disponibili.
Cos’è il picacismo? Significato e definizione
Il picacismo, noto anche come allotriofagia, è un disturbo alimentare contraddistinto dalla tendenza a ingerire oggetti, sostanze o materiali privi di valore nutrizionale e che non sono considerati cibi.
Perché si chiama picacismo? Il termine deriva dal latino pica, vale a dire “gazza”, un uccello noto per la sua abitudine di rubare e beccare oggetti non commestibili.
Si tratta di un disturbo inserito nel DSM-5 all’interno della categoria diagnostica dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Tuttavia, per essere classificato come disturbo alimentare, deve persistere per almeno un mese, specialmente in un’età in cui la pratica di ingerire materiali non edibili è evolutivamente inappropriata, e non deve rientrare tra le pratiche culturali del luogo di residenza.
La pica può manifestarsi in individui di età e sesso differenti, ma è più comune durante l’infanzia.
Quali sono le cause psicologiche del picacismo?
Lo sviluppo della pica non è stato ricondotto a una causa univoca, ma può risentire di molteplici fattori. La tendenza a consumare oggetti non alimentari può derivare, infatti, da:
- un bisogno di stimolazione orale
- una compulsione dovuta alla consistenza o al sapore degli oggetti ingeriti
- un meccanismo autocalmante in risposta all’ansia
Il disturbo, inoltre, si presenta spesso in concomitanza con condizioni psicologiche come:
- schizofrenia
- disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)
- disturbo dello spettro autistico
- disturbo da iperattività o deficit di attenzione
- tricotillomania
- dermatillomania o disturbo da escoriazione
Il picacismo può coesistere inoltre con altri disturbi del comportamento alimentare, come il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID), specie nei casi in cui la pica è associata a una forte componente sensoriale. I soggetti affetti da ARFID sono infatti molto sensibili agli aspetti sensoriali degli alimenti e possono andare alla ricerca di una particolare consistenza in materiali non alimentari.
L’associazione tra pica e carenze nutrizionali, soprattutto la carenza di ferro, è stata osservata in diversi casi. Alcune teorie suggeriscono che il corpo potrebbe rispondere, per compensazione, al deficit nutrizionale attraverso il desiderio di consumare sostanze non alimentari.
Anche lo stress può giocare un ruolo significativo nello sviluppo della pica. In situazioni di elevata pressione o tensione, alcune persone possono sviluppare comportamenti di coping inusuali. L’ingestione di oggetti non commestibili può essere, appunto, una forma di sfogo.
Chi colpisce la pica?
L’insorgenza della pica è generalmente normale nell’infanzia, un periodo durante il quale l’esplorazione orale è un comportamento comune. Si può parlare dunque di picacismo patologico qualora questa pratica persista oltre i 5 anni d’età.
Nei soggetti adulti, la pica ha una maggiore probabilità di manifestarsi in presenza di:
- disturbi psicologici
- disabilità mentale
- gravidanza.
Frequentemente, come accennato, alterazioni del comportamento alimentare come il picacismo trovano origine in una condizione sottostante di anemia, dovuta alla mancanza di ferro. Tale comportamento tende a diminuire una volta che si affronta questa deficienza o, per le donne in gravidanza, alla conclusione della gestazione.
Nei bambini, questo comportamento può talvolta essere indicativo di infezioni da parassiti intestinali o della malattia celiachia. Entrambe le condizioni, infatti, interferiscono con il normale metabolismo del ferro e altri minerali essenziali.
Cosa mangia chi ha il picacismo?
Il picacismo può attuarsi attraverso il consumo di una vasta gamma di materiali, che varia da persona a persona. Tra le sostanze ingerite più di frequente vi sono:
- carta
- cartone
- plastica
- argilla
- terra
- sabbia
- pietre
- vetro
- tessuti
- capelli
- vernice
- detergenti
- sapone
- gesso
- gomma per cancellare
- parti di metallo
- mozziconi di sigaretta
- carbone
- cenere
- sporcizia
- rifiuti
- escrementi.
Nel caso in cui il consumo di questi elementi perduri per almeno un mese, il medico può avanzare la diagnosi di picacismo. In questo caso, è possibile procedere allo svolgimento di esami, come:
- analisi del sangue per rilevare stati di avvelenamento e infezioni
- radiografie per verificare eventuali ostruzioni.
Quali sono i rischi?
L’abitudine di consumare oggetti o sostanze non edibili può portare a una serie di fastidi o a veri e propri rischi per la salute fisica, come per esempio:
- stipsi
- formazione di masse di materiale indigeribile, che possono causare ostruzioni a livello dell’esofago, dello stomaco o blocco intestinale
- lesioni interne come la perforazione dell’intestino a causa dell’ingestione di materiale appuntito
- infezioni per la proliferazione di batteri, vermi e parassiti
- avvelenamento da sostanze tossiche come vernici a base di piombo
- soffocamento
- problemi respiratori
- carenze nutrizionali nei casi in cui il picacismo impedisca una regolare e sana alimentazione
- danni cerebrali e difficoltà nell’apprendimento, causati dall’ingestione di oggetti tossici.
Come curare il picacismo?
Il trattamento del picacismo segue un approccio diversificato che può includere misure:
- nutrizionali
- farmacologiche
- chirurgiche
- comportamentali.
I trattamenti dipendono dalla severità della condizione e delle sue eventuali complicanze. Più precisamente:
- qualora vengano identificate carenze nutrizionali sottostanti, possono essere prescritti degli integratori alimentari per correggere tali deficit
- possono essere somministrati farmaci per trattare infezioni o disturbi di altro genere indotti dall’ingestione di elementi non alimentari
- in caso di necessità, possono essere prescritti psicofarmaci per affrontare sintomi psichiatrici correlati alla pica. Specialmente nel caso in cui questa si presenti in associazione al disturbo ossessivo-compulsivo
- possono rendersi necessari interventi chirurgici nel caso in cui gli oggetti ingeriti abbiano causato danni fisici significativi e si presentino emergenze mediche
Le tecniche psicologico-comportamentali giocano un ruolo chiave nella cura di questo disturbo. L’obiettivo è aiutare le persone che ne sono colpite a liberarsi dei propri comportamenti alimentari inappropriati e ad apprendere nuove strategie di coping. La terapia comportamentale può includere:
- l’applicazione di rinforzi positivi, come premi o incoraggiamenti, quando il paziente evita i comportamenti tipici della pica. Questo approccio mira a rafforzare il legame tra il comportamento desiderato e le ricompense positive
- l’educazione alla distinzione tra sostanze commestibili e non commestibili. Questo addestramento mira a informare i pazienti dei pericoli legati al consumo di oggetti non commestibili. Promuove, in aggiunta, una maggiore consapevolezza nelle loro scelte alimentari
Tra gli interventi più efficaci rivolti ad adulti con pica vi è la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Questo tipo di terapia si concentra sulla modifica dei pensieri distorti legati all’ingestione di sostanze non alimentari. Inoltre, favorisce la sostituzione di tali comportamenti con strategie di coping più sane.
Prospettive di guarigione
La durata del picacismo può variare da persona a persona. In alcuni casi, il disturbo può risolversi da solo nel corso di diversi mesi, soprattutto nei bambini. Tuttavia, il coinvolgimento di professionisti della salute mentale è essenziale per monitorare attentamente il paziente e valutare la necessità di interventi terapeutici continui.
La comprensione approfondita delle cause sottostanti, l’identificazione precoce del disturbo e un trattamento mirato sono fondamentali per migliorare la qualità della vita delle persone colpite da pica. L’obiettivo è quello di promuoverne la guarigione completa. Infine, il supporto psicologico costante e la consapevolezza delle sfide associate a questo disturbo possono contribuire a prevenire ricadute e agevolare il percorso di recupero.
(23 Settembre 2024)