In Italia, il consumo di cocaina è secondo solo alla cannabis. A causa degli effetti euforizzanti ed eccitanti sul sistema nervoso centrale, il rischio che crei dipendenza è molto alto. Quali sono gli effetti psicofisici e i rischi, nel breve e nel lungo termine?
Negli anni, il consumo di cocaina è cresciuto esponenzialmente, assumendo dimensioni sempre più preoccupanti. In passato più diffusa in ambienti elitari, la cocaina è oggi comunemente disponibile e accessibile a persone anche di estrazione sociale più bassa.
Nel 2017, la spesa per il consumo di sostanze stupefacenti in Italia è stata di circa 14 miliardi di euro, di cui il 43% attribuibile al consumo di cocaina. Dopo la cannabis, è la sostanza più utilizzata.
Un po’ di storia
Utilizzate per secoli dalla popolazione Incas del Sud America come tonico contro la fame e come anestetico, le foglie di cocaina vennero scoperte dagli Spagnoli nel 1492, con la scoperta dell’America. In Europa la cocaina cominciò a diffondersi nel 1800.
Il suo principio attivo venne isolato per la prima volta da uno studente tedesco e le sue proprietà vennero apprezzate anche dallo psicoanalista austriaco Sigmund Freud, che scrisse un articolo in cui la definiva una “sostanza magica” (A proposito della Coca).
Inizialmente sottovalutata nella sua pericolosità, oggi è sempre più diffusa. Una diffusione che sta assumendo dimensioni sempre piú preoccupanti.
Che cos’è la cocaina e come si assume?
La cocaina, o benzoilmetilecgonina, è una sostanza psicotropa che agisce come stimolante ed eccitante del sistema nervoso centrale. È, inoltre, un vasocostrittore e ha proprietà anestetiche. Si estrae dalle foglie della coca o Erythroxylum coca, pianta originaria dell’America Latina, in particolare di Perù, Bolivia e Colombia.
L’estratto delle foglie di coca, ovvero la cocaina per come la conosciamo, ha l’aspetto di una polvere bianca e cristallina; può essere sniffata, inalata o iniettata per vena.
A differenza dell’eroina, la cocaina sembra essere caratterizzata da maggiore flessibilità d’uso, che varia da occasionale, ricreativo, sporadico, fino a diventare abuso.
Sembra esserci una prevalenza di assunzione di cocaina nelle ore serali, per via nasale, in grosse quantità e a breve distanza di tempo, con dosi che variano fra 1 e 4 grammi. Spesso viene utilizzata in forma di abbuffata, ovvero in un’unica dose occasionale che è pari alla dose mensile di un soggetto che presenta un uso cronico. Nonostante il consumo possa essere occasionale, si riscontra una correlazione fra quantità assunta e danno cognitivo.
Cosa succede nel cervello di chi usa cocaina?
Il principale effetto della cocaina a livello del sistema nervoso centrale è quello di bloccare la ricaptazione, o recupero, della dopamina (ma anche della noradrenalina e della serotonina) all’interno del nucleo accumbens, una struttura del sistema limbico. Il risultato è un aumento del livello di dopamina a livello cerebrale, insieme a noradrenalina e serotonina. È proprio l’aumento di dopamina all’interno delle terminazioni nervose che dà origine agli effetti psicologici e comportamentali della cocaina, agendo sui sistemi di gratificazione e piacevolezza. Tuttavia, un uso prolungato conduce al contrario a un esaurimento delle riserve di dopamina. Queste modificazioni cerebrali sono alla base del fenomeno di tolleranza (fenomeno per cui sono necessarie dosi sempre maggiori di sostanza per ottenere lo stesso effetto) e di astinenza. Per evitare le crisi di astinenza, si sviluppa un fenomeno che viene tecnicamente definito craving. Il craving è il desiderio impellente, impulsivo e irrefrenabile di assumere la sostanza, che conduce spesso a comportamenti compulsivi di ricerca della stessa.
Per questo l’uso prolungato della cocaina crea una forte dipendenza. Con il procedere dell’uso nel tempo, l’euforia si riduce mentre aumentano ansia, irritabilità, paranoia, umore depresso con irritabilità e nervosismo, impotenza, difficoltà o impossibilità nel raggiungere l’orgasmo, insonnia, fino a veri e propri stati psicotici, allucinazioni o comportamenti stereotipati e ripetitivi. Possono inoltre comparire attacchi di panico o stati depressivi.
Effetti fisici e psicologici della cocaina
La cocaina appartiene a una classe di sostanze definite stimolanti perché in grado di rendere la persona euforica e carica di energia. Va innanzitutto specificato che gli effetti della cocaina variano molto in funzione sia delle caratteristiche del singolo individuo, che della quantità, dalla frequenza e della modalità di assunzione.
Gli effetti della cocaina interessano diverse funzioni psichiche, cognitive e fisiologiche. Tali effetti includono: sensazione di intenso benessere, euforia, percezione di maggiore allerta, aumento dell’attenzione e della concentrazione, diminuito bisogno di sonno e cibo, aumento della libido, aumento dell’eloquio e riduzione della fatica.
A livello fisico, i sintomi includono aumento della frequenza cardiaca, tremori, aumento della temperatura corporea, arrossamento cutaneo, sensazione di calore, aumento del ritmo respiratorio, dilatazione delle pupille e calo dell’appetito.Con dosi più elevate, all’euforia possono associarsi irritabilità, ansia, alterazione dell’umore in senso depressivo, irritabilità, aggressività, riduzione della lucidità mentale, della capacità di giudizio e di critica.
Inoltre, l’uso cronico di cocaina può condurre a gravi patologie a carico del sistema cardiovascolare, polmonare, deficit del sistema immunitario e altre gravi condizioni organiche.