Il narcisismo è un disturbo della personalità che spinge il soggetto a concepirsi come un individuo grandioso.
Si manifesta attraverso un insaziabile bisogno di ammirazione e la totale mancanza di empatia verso i sentimenti altrui.
Il disturbo narcisistico di personalità porta chi ne soffre a mettere al centro della propria esistenza esclusivamente i propri bisogni. Ad approfondire questo disturbo la dottoressa Monica Scirica, psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale, di Santagostino Psiche.
Che cos’è il narcisismo in psicologia?
Il concetto di eccessivo amor proprio e la sua definizione solo in tempi recenti sono stati definiti in termini psicologici. Il narcisismo è un tratto della personalità, entro certi limiti, fisiologico. Risulta certamente funzionale in alcuni contesti di vita. Ma se interferisce pesantemente con rapporti interpersonali, impegni e qualità della vita, può diventare narcisismo patologico.
In psicopatologia, nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), il quadro narcisistico ricade tra i disturbi di personalità ed è caratterizzato da un modello pervasivo di grandiosità. Le persone narcisiste possono essere estremamente bisognose di adulazione e sono prive di empatia.
Qual è l’origine di questo termine?
La parola narcisismo proviene dal mito di Narciso e della sua bellezza.
Narciso era un giovane che rifiutò l’amore di Eco, una ninfa. Come punizione da parte di Nemesi, dea della vendetta e della giustizia, Narciso si innamorò di sé stesso, ammirando il suo riflesso in uno specchio d’acqua. La leggenda si è tramandata attraverso numerose versioni. In tutte, però, la scoperta della propria bellezza porta alla morte del giovane e dell’amata Eco.
Chi è la persona narcisista?
Questo quadro patologico di personalità è collocato all’interno dei disturbi del cluster B caratterizzati da comportamenti drammatici ed esasperati e una bassa regolazione emotiva. La persona è bisognosa di ammirazione e incapace di empatia, ovvero di riconoscere gli stati d’animo e i bisogni altrui. Tende a sfruttare il prossimo per raggiungere i propri scopi, a disprezzare il valore dell’operato altrui.
Apparentemente dotati di una solida autostima, nei fatti i narcisisti sono persone profondamente fragili e capaci di esprimere rabbia e aggressività in modalità intense.
Una manifestazione estrema del disturbo di personalità narcisistica è il narcisismo maligno, che associa a una grandiosa percezione di sé e a una convinzione di onnipotenza un piacere sadico nell’instillare paura o nell’infliggere sofferenza negli altri.
Come si comporta una persona narcisista?
Ci sono due tipologie di comportamento estremamente polarizzate tra loro:
- narcisista overt, contraddistinto da un atteggiamento dominante, arrogante e con elevata autostima. Dimostra disprezzo e superiorità, non sembra provare emozioni e raramente si assume la responsabilità di quanto compie. Non accetta le critiche ed è alla ricerca di trattamenti di favore per ottenere quanto desidera. Nutre fantasie di illimitato successo
- narcisista covert è invece vulnerabile rispetto alle critiche. Dotato di scarsa autostima prova spavento all’idea del confronto. È preda dell’ansia ed è vittima della ruminazione. Il senso di inferiorità lo porta a essere evitante nei confronti delle relazioni.
In che modo manipola il narcisista?
In generale il modus operandi dei narcisisti è quello di ricorrere all’uso frequente di negazioni, false dichiarazioni, bugie e contraddizioni per intrappolare lentamente la vittima in questa realtà distorta e mantenere il controllo su di lei.
Nelle relazioni non tollerano i confini: non amano che gli si dica cosa fare. Considerano questo controllo intollerabile.
Diagnosi del disturbo narcisistico di personalità
Si ha diagnosi di disturbo narcisistico di personalità se nel soggetto sono presenti almeno 5 dei seguenti sintomi, o caratteristiche:
- grandioso senso di sé
- fantasie di successo illimitato, gloria, potere, amore ideale
- considerazione di sé come persona unica e speciale, che può essere capita esclusivamente da altri individui speciali o con status importante
- aspettativa continua di trattamenti speciali
- tendenza ad utilizzare gli altri per ottenere quanto desiderato
- mancanza di empatia
- arroganza e invidia nei confronti delle altre persone
In un contesto di diagnosi differenziale, il disturbo narcisistico di personalità va tenuto distinto dai disturbi:
- bipolare, dal momento che un soggetto che soffre di disturbo narcisistico può presentare depressione, anche se il bisogno elevarsi sopra le altre persone è il tratto distintivo e pone una distinzione rispetto a chi soffre di disturbo bipolare
- antisociale di personalità, che porta all’uso degli altri per primeggiare, ma solo in senso materiale, laddove chi soffre di disturbo narcisistico è alla ricerca di un guadagno, per così dire, relativo all’autostima
- istrionico di personalità, contraddistinto dalla ricerca di attenzione, presente anche in chi è affetto da narcisismo.
Comorbidità del narcisismo
Insieme al narcisismo può essere diagnosticata la compresenza di un ulteriore disturbo mentale. Tra i principali disturbi possiamo indicare:
- il disturbo depressivo, maggiore o persistente
- l’anoressia nervosa
- l’abuso di sostanze
- il disturbo borderline
Quando si diventa narcisisti?
Nella pratica medica, il concetto di narcisismo nell’età evolutiva non è generalmente considerato come una patologia. Tuttavia è durante la crescita, solitamente tra i 14 e i 18 anni, che si inizia a parlare di disturbo di personalità narcisistica.
Dai primissimi anni di vita, tra 0 e 3 anni, il narcisismo svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei bambini. È una fase in cui il bisogno di gratificazione e l’attenzione rivolta verso se stessi sono del tutto naturali e necessari per la formazione di una sana autostima.
Questo processo di crescita continua negli anni successivi, e già tra i 7 e i 12 anni è possibile osservare tratti caratteriali che possono anticipare il disturbo narcisistico. Durante questo periodo, l’educazione ricevuta e il contesto sociale in cui il bambino si trova giocano un ruolo cruciale nello sviluppo della sua personalità.
Mentre il narcisismo è una parte normale del processo di crescita, è importante riconoscere quando il comportamento narcisistico diventa eccessivo e inadeguato.
Cause del narcisismo patologico
Spesso il narcisismo patologico è il risultato di una combinazione di fattori biologici e sociali, che concorrono nello sviluppo di una persona. Non si esclude una possibile componente ereditaria.
C’è concordanza tra i ricercatori sul ruolo giocato da parte dei genitori. Sono tre le ipotesi in campo:
- genitori che fermamente credono nella superiorità del figlio/a e che premiano gli aspetti che rinsaldano una immagine grandiosa del sé
- un contesto familiare disfunzionale, che porta il figlio/a a pensare di poter vivere facendo esclusivo affidamento su di sé. I genitori non sono capaci di prendersi cura e di dare la giusta attenzione ai reali bisogni del piccolo
- un ambiente familiare estremamente permissivo e indulgente che innesca nel bambino un senso di superiorità o, al contrario, un approccio di cura iperprotettivo che influisce sulla fiducia che il bambino può avere di sé.
Una ulteriore ipotesi vede il piccolo subire umiliazioni e offese da parte dei coetanei.
Quali sono i punti deboli di un narcisista?
Dietro la superiorità, l’unicità e la grandiosità, i narcisisti hanno sentimenti di inferiorità, vulnerabilità, fragilità e paura di confrontarsi. Presentano solitamente una debole autostima che li rende vulnerabili a quelle che percepiscono come critiche. Credono di essere invidiati e dimostrano ipersensibilità alle critiche, alle sconfitte o ai fallimenti.
Davanti all’incapacità di soddisfare l’alta opinione di sé, si accendono di rabbia, o hanno attacchi di panico. Possono cadere in uno stato di depressione profonda o azzardare autolesionismo.
Il soggetto narcisista sviluppa una vera e propria fissazione per l’immagine che rimanda agli altri. Presta spasmodica attenzione ai feedback da parte delle persone con cui ha relazioni.
Come si comporta un narcisista in amore?
Nella fase iniziale di una relazione l’uomo narcisista si presenta come un innamorato appassionato e premuroso, avvolgendo la partner in un’atmosfera magica di dolcezza e attenzioni. Tuttavia questa passionalità è spesso solo una maschera per nascondere il suo vero sé.
Per il narcisista, infatti, l’amore è un mezzo per ottenere gratificazione personale. In un rapporto sentimentale, il narciso si concentra solo sui propri bisogni e desideri, cercando di soddisfare il suo ego e alimentare la propria autostima. È abile nel manipolare il partner, soprattutto se quest’ultimo dipende dalle attenzioni altrui.
La persona narcisista è incapace di provare empatia o compassione per la persona che ha accanto. La sua principale preoccupazione è la propria soddisfazione personale. Il partner è lasciato a sé, confuso e frustrato dalla mancanza di attenzione e sostegno emotivo, e spinto in molti casi, per mantenere la relazione, a adattarsi alle richieste del narcisista, sacrificando i propri bisogni e desideri.
Che partner sceglie il narcisista?
Quando si parla di relazioni affettive, il narcisista tende a gravitare verso persone empatiche, con un’elevata capacità di ascolto, comprensione e sensibilità nei confronti degli altri. Questa generosità d’animo e disponibilità emotiva ai suoi occhi risultano infatti particolarmente appetibili, poiché utili a nutrire il suo ego e a ottenere le attenzioni e l’affetto di cui ha un disperato bisogno.
Le personalità narcisiste puntano a intrecciare relazioni con individui che possano soddisfare il loro bisogno di sentirsi superiori ed esercitare il potere.
Il narcisista overt, in particolare, opta solitamente per individui che ritiene inferiori in termini di cultura, intelligenza o reddito per assicurarsi il controllo totale sulla relazione. Utilizza un atteggiamento manipolatorio e il ricatto emotivo, la denigrazione e la derisione pubblica come strumenti per mantenere bassa l’autostima e l’autonomia del partner e in molti casi per indurlo in uno stato di dipendenza emotiva. Talvolta può anche andare alla ricerca di persone socialmente ambite (per esempio di bell’aspetto, benestanti o con un alto profilo culturale), per poi entrare in competizione con loro e tentare di dominarle. In questi casi lo scopo del narcisista è spingere il partner a rinunciare a quelle stesse qualità che inizialmente lo rendevano attraente ai suoi occhi, ma al contempo minacciavano la sua supremazia sulla relazione.
Il narcisista covert predilige invece persone forti, determinate e affermate da cui può trarre vantaggi sia emotivi sia materiali. Questo tipo di partner è generalmente sovraccaricato di responsabilità, il che lascia al narcisista una maggiore libertà e un minore coinvolgimento pratico ed emotivo. Pur lasciando apparentemente il timone della relazione e della gestione pratica all’altro, il narcisista mantiene comunque il controllo ricorrendo a tattiche passivo-aggressive come silenzi prolungati, distacco affettivo, approcci oppositivi e altri comportamenti manipolatori.
Come può essere trattato il disturbo narcisistico di personalità?
Il trattamento del disturbo narcisistico di personalità risulta complesso, in quanto il paziente non è solitamente consapevole della propria problematica e dell’effetto che questa provoca sulle altre persone. Il disturbo può essere gestito con due approcci:
- l’approccio farmacologico viene adottato per la cura degli stati di ansia e ipocondria, oppure depressione o, ancora, impotenza rabbiosa. Si tratta di farmaci quali stabilizzatori dell’umore, anticonvulsivi, e gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. Sempre sotto prescrizione e stretta osservazione da parte del professionista
- l’approccio psicoterapeutico, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia metacognitiva interpersonale e il trattamento basato sulla mentalizzazione, può aiutare il paziente a riflettere e interpretare il proprio comportamento in relazione a stati mentali specifici.
Modificare una struttura di personalità è una sfida estremamente complessa. Coinvolgere il nucleo familiare nelle sedute di psicoterapia può risultare un valido supporto.
(23 Maggio 2024)