Psichiatria

Come aiutare una persona depressa?

Vediamo come aiutare una persona depressa, quali comportamenti adottare per dimostrare empatia e vicinanza, e quali errori evitare.

Come aiutare una persona depressa?

Sapere come aiutare una persona depressa può essere fondamentale per migliorare non solo la sua quotidianità, ma anche quella di chi le vive accanto. 

Spesso, le criticità che comporta stare accanto a una persona depressa derivano, in prima istanza dalla difficoltà nell’identificare chiaramente questa patologia. 

La mancanza di chiarezza è ulteriormente complicata dalla persistenza di pregiudizi diffusi. Dal momento che non esistono test diagnostici oggettivi come esami del sangue o radiografie per rivelare la depressione, può risultare complesso per le persone non esperte riconoscerla come una vera patologia e non semplicemente uno stato d’animo temporaneo o una sensazione passeggera.

Insieme alla dottoressa Santoro, psicologa e psicoterapeuta del Santagostino, vediamo come aiutare una persona depressa, quali strategie adottare, e quali errori evitare. 

Come si riconosce una persona depressa?

I sintomi che generalmente emergono in una persona depressa sono:

  • progressivo abbandono della socializzazione
  • chiusura in sé stessi 
  • stato d’animo di tristezza profonda e persistente
  • importante apatia
  • senso di irrequietezza 
  • spossatezza 
  • alterazione del ritmo sonno-veglia 
  • perdita/ aumento appetito 
  • frequenti episodi di pianto.

La persona depressa perde gradualmente il contatto con il resto del mondo e la sua visione della realtà è profondamente pessimistica. Questa patologia può presentarsi in modo lieve o in modalità più gravi, in modo transitorio oppure più persistente. 

Se si considerano i criteri del DSM-V, chiaramente, emergono aspetti più specifici che a livello clinico-medico consentono di effettuare una vera e propria diagnosi. Secondo questi criteri, devono presentarsi più di 5 dei seguenti sintomi, quasi ogni giorno, per almeno 2 settimane:

  • umore depresso per la maggior parte della giornata
  • notevole diminuzione di interesse e piacere per tutte le attività 
  • significativi aumento o perdita di peso
  • aumento/diminuzione appetito,
  • insonnia o ipersonnia 
  • agitazione o rallentamento psicomotorio 
  • astenia 
  • autovalutazione o senso di colpa eccessivo 
  • diminuzione della concentrazione 
  • pensieri ricorrenti di morte o suicidio 
  • tentativo di suicidio.

Quali fattori possono contribuire allo sviluppo della malattia?

Molteplici fattori possono influire sullo sviluppo di uno stato depressivo. Possiamo distinguere tra:

  • fattori biologici, ossia una maggiore predisposizione verso questa patologia e anche una certa possibile ereditarietà
  • fattori psicologici, per cui le esperienze vissute possono rendere maggiormente vulnerabili e sensibili allo sviluppo di uno stato depressivo.

È necessario tenere in considerazione anche il fattore legato a delle contingenze o esperienze di vita, come particolari eventi traumatici (es: perdite inaspettate, lutto, violenze, eventi connessi a calamità naturali).

Quali sono le difficoltà più comuni nell’aiutare una persona depressa?

Le difficoltà che si incontrano maggiormente nell’aiutare una persona depressa riguardano i sentimenti di frustrazione e impotenza: spesso capita di non riuscire ad avere un riscontro positivo ai tentativi di vicinanza. 

Inoltre le difficoltà possono riguardare il fatto di non riuscire a capire come l’altro si senta e a trovare le parole giuste, di conseguenza non si riesce a trovare un livello di empatia adeguato che possa permettere di comprendere le sofferenze dell’altro. Spesso chi presente uno stato depressivo tende ad allontanare chi ama, ma è importante far sentire la propria presenza e la costanza nell’esserci anche se in punta di piedi.

Nei confronti di una persona depressa sarebbe opportuno offrire ascolto e accoglienza del suo dolore e cercare di non enfatizzare le questioni che l’affliggono. Motivare senza essere una presenza eccessiva e offrire distrazioni. Porre domande esplorative senza essere insistenti e rendere esplicita l’importanza che la persona ha per noi.

Cosa dire a chi è depresso? 

Le frasi che possono essere più idonee per connettersi emotivamente a una persona depressa devono essere empatiche. Quindi il primo passo è trovare una connessione emotiva con chi sta soffrendo: le parole arriveranno di conseguenza. Alcuni suggerimenti:

  • Ti voglio bene
  • Come posso esserti di aiuto?
  • Hai voglia di parlare o di fare qualcosa insieme? 
  • Io ci sono
  • Ti abbraccio. 

Queste parole è importante che siano accompagnate anche da gesti come abbracciare, aiutare a sistemare gli ambienti di casa, fare la spesa, pranzare o cenare insieme.

Quali errori evitare quando si vuole aiutare una persona depressa?

Gli errori più comuni riguardano il minimizzare il problema che l’altra persona sta affrontando, non connettersi emotivamente con lei e cercare di spronarlo in modo insistente su aspetti che non è ancora pronto a vivere, non rispettare i suoi tempi.

Uno degli errori più comuni consiste nel semplificare le cause della malattia, attribuendole a momenti di stanchezza, cambiamenti di stagione, eccessivo lavoro, tensioni familiari o, in generale, stress. Se fosse davvero così, allora praticamente tutti sperimenterebbero la depressione. 

Questa tendenza a collocare la malattia depressiva nella sfera del carattere individuale o delle circostanze esterne, spesso basata su informazioni inesatte, comporta l’aggravarsi dei sentimenti di colpa, frustrazione e isolamento per chi ne è affetto. In ultima analisi, questo peggiora la sofferenza della persona depressa. 

Accettare che la depressione sia una malattia legittima, sebbene con sintomi non evidenti e talvolta comprensibili solo da specialisti, rappresenta un primo passo importante nell’aiutare una persona depressa, e nel conferire loro la giusta dignità.

Un altro errore è considerare chi lotta con la malattia depressiva come semplicemente triste, abbattuto o pigro. Etichette come “debole di carattere”, “incapace di affrontare le sfide”, “non mette abbastanza impegno”, “lo fa apposta” o “dovrebbe comportarsi come ho fatto io in una situazione simile” non sono solo inesatte ma anche dannose. 

A un osservatore esterno, può sembrare incomprensibile che una persona apparentemente sana non riesca a svolgere attività quotidiane come il lavoro o a partecipare a eventi sociali, preferendo invece trascorrere ore seduta, senza alcun interesse per passeggiate, cinema o incontri con amici. Tuttavia, per chi vive con la malattia, questa mancanza di energia e di volontà è uno stato caratteristico e quotidiano.

Cosa NON si deve dire a una persona depressa?

Nello specifico è bene evitare frasi come:

  • Vedrai che passerà 
  • Devi reagire
  • Datti da fare
  • Stringi i denti
  • È un problema che hanno in tanti
  • Smetti di piangerti addosso.

Ovvero quelle parole che non consentono la connessione con il dolore altrui, ma un’esigenza di reazione che magari chi sta soffrendo non riesce a mettere in atto. 

Pertanto, sarebbe opportuno utilizzare parole che consentano a chi soffre di percepire l’empatia di chi gli sta accanto e, gradualmente, sulla base di questa relazione, supportarlo.

È cruciale evitare di spingere verso l’ottimismo forzato con frasi del tipo “Va tutto bene, perché preoccuparsi così tanto?” o di sfruttare il senso dell’orgoglio con commenti come “Non ti vergogni a rimanere a casa tutto il giorno mentre gli altri lavorano?”. 

Da evitare anche di incoraggiare la buona volontà con esortazioni come “Fai uno sforzo, almeno prova a giocare a tennis.” Anche se queste parole sono motivate dalla preoccupazione e dalla buona intenzione, esse spesso intensificano la sensazione di scoraggiamento, riducono l’autostima già fragile e incrementano il senso di isolamento. In altre parole, queste sollecitazioni raggiungono l’effetto opposto a quello desiderato, aggravando la situazione anziché migliorarla. 

È molto più appropriato adottare un atteggiamento di comprensione e vicinanza emotiva, esattamente come faremmo se il nostro caro fosse affetto da una malattia fisica come una polmonite o una frattura del femore, anziché soffrisse di depressione.

Come si fa a stare vicino a una persona che soffre?

Alcune strategie per aiutare chi è depresso, come abbiamo già detto, sono: 

  • empatia
  • condivisione di attività
  • supporto emotivo e pratico/concreto (sistemare casa, fare la spesa, cucinare, etc.)
  • distrazioni
  • valorizzare i legami profondi
  • aprirsi pian piano a una maggiore socializzazione.

Per aiutare una persona depressa, infine, è fondamentale mantenere un equilibrio tra il supporto che si offre e le proprie esigenze. È fondamentale dedicarsi a chi sta soffrendo senza dimenticarsi di sé. Quindi bisogna continuare a mantenere, nel limite del possibile, gli impegni quotidiani, e di rimanere in sintonia con le proprie emozioni, in modo da capire se si stia, eventualmente, innescando un meccanismo di sofferenza legato all’assorbire il malessere altrui.