Il mutismo selettivo è un disturbo ancora poco conosciuto ma che ha un impatto significativo sulla vita di chi ne soffre.
Questa condizione colpisce principalmente i bambini, ma può manifestarsi anche negli adulti, e si caratterizza per l’incapacità di parlare in specifiche situazioni sociali, spesso in contesti come la scuola o in luoghi pubblici.
Vediamo di cosa si tratta, come si manifesta e quali strategie adottare per superare questo disturbo.
Mutismo selettivo: cos’è?
Il mutismo selettivo è un disturbo d’ansia sociale che colpisce principalmente bambini e adolescenti, ed è caratterizzato dalla costante incapacità di parlare in specifiche situazioni sociali per un periodo superiore a 1 mese.
Queste persone, nonostante abbiano la capacità di comprendere e utilizzare il linguaggio in modo appropriato, trovano estremamente difficile o impossibile esprimersi verbalmente in determinati contesti.
Si tratta di un comportamento mutevole che può essere fonte di confusione, dal momento che molti bambini con mutismo selettivo parlano normalmente a casa con i familiari ma rifuggono dal parlare a scuola o in pubblico. Questo rende il mutismo selettivo un disturbo complesso e spesso frainteso.
Quanti tipi di mutismo esistono?
Il mutismo selettivo non è un disturbo monolitico, ma esistono diverse varianti e sfumature che possono contribuire a una sua migliore comprensione. Per prima cosa, è possibile distinguere tra una forma primaria e secondaria.
Il mutismo selettivo primario è il tipo più comune ed è quando il bambino non parla in specifiche situazioni, come a scuola, ma è perfettamente in grado di comunicare a casa con familiari e amici stretti.
Il mutismo selettivo secondario si verifica quando una persona smette di parlare in risposta a un trauma, stress o altri fattori scatenanti. È importante sottolineare che il mutismo selettivo è un disturbo specifico che si concentra sulla selettività nel parlare, ed è importante non confonderlo con altri disturbi dell’ansia sociale o con l’autismo.
A cosa è dovuto il mutismo selettivo?
A oggi, non esiste una causa scatenante precisa individuata come tale ma si pensa che il mutismo selettivo abbia una forte relazione con i disordini connessi all’ansia e al panico. Non a caso, è stato spesso riscontrato come le famiglie d’origine dei bambini affetti da mutismo selettivo abbiano alle spalle un’affinità storica con le problematiche legate all’ansia. Formule banalizzanti come “colpa dei genitori” non hanno alcun valore, a livello di ricerca delle cause. Esistono anche dei casi riconducibili ai disturbi da stress post-traumatico ma il trauma scatenante non dev’essere necessariamente riconducibile ai genitori o alla famiglia d’origine (a differenza, invece, dell’eventuale familiarità coi problemi d’ansia).
Generalmente, si pensa che la zona del cervello che, a livello neurologico, è responsabile dei meccanismi propri del mutismo selettivo sia l’amigdala, la quale reagisce ai segnali che riceve dall’ambiente esterno dopo averli valutati come “potenziali pericoli”.
L’ansia, quindi, origina da una situazione che il bambino percepisce come pericolosa per la propria incolumità e dannosa per il suo benessere, alla quale reagisce con un blocco totale della sua comunicazione esterna. Talvolta, può capitare che dei bambini affetti da mutismo selettivo presentino anche altri disturbi, quali per esempio il disturbo ossessivo-compulsivo o problematiche afferenti allo spettro autistico.
Chi soffre di mutismo selettivo?
Il mutismo selettivo è un disturbo che colpisce principalmente i bambini in età evolutiva. Questi sintomi sono solitamente evidenti tra i 2 e i 3 anni e mezzo.
In questa fase, i bambini possono mostrare segni di forte timidezza, tendenza a nascondersi, e paura nei confronti delle persone o delle situazioni sociali in cui è richiesto loro di parlare. Le manifestazioni diventano più evidenti quando sono coinvolti in contesti come la scuola o altri ambienti comunitari come parchi pubblici, negozi o luoghi di culto.
Tuttavia, è importante notare che il mutismo selettivo non si manifesta solamente nei bambini. Alcuni individui continuano a lottare con questo disturbo anche da adulti. Molti adulti, nonostante siano in grado di parlare in determinate situazioni sociali, possono sperimentare ansia sociale, timidezza, depressione e attacchi di panico come conseguenza del loro passato vissuto con il mutismo selettivo.
Come capire se si soffre di mutismo selettivo?
Il mutismo selettivo può essere spesso difficile da diagnosticare. È fondamentale prestare attenzione ad alcuni segnali nel bambino, come:
- Silenzio persistente in situazioni specifiche, nonostante la persona sia in grado di comunicare verbalmente in altri contesti
- Comportamento differente in ambiente familiare: i bambini con mutismo selettivo, come già detto, possono parlare normalmente a casa con i genitori, i fratelli e talvolta anche con poche persone selezionate
- Ansia, timidezza e paura sociale: questi sentimenti possono essere scatenati dalla pressione di dover parlare in determinate situazioni
- Modifiche comportamentali: il mutismo selettivo può portare a comportamenti di evitamento in situazioni sociali in cui è richiesta la comunicazione verbale. Ad esempio, il soggetto potrebbe ritirarsi, diventare eccessivamente timido o agitato
- Selezione nell’interlocutore: chi soffre di mutismo selettivo potrebbe scegliere specifiche persone con cui si sente a suo agio per comunicare, escludendo tutti gli altri.
È essenziale sottolineare che il mutismo selettivo non consiste nella scelta consapevole di non parlare, ma piuttosto in una reazione ansiosa e involontaria.
Quanto può durare il mutismo selettivo?
La durata del mutismo selettivo può variare considerevolmente da persona a persona. Alcuni bambini sperimentano il disturbo solo per brevi periodi, mentre per altri la condizione può protrarsi per molti anni. La persistenza del problema dipende da diversi fattori, tra cui l’età in cui inizia e la gravità della condizione.
Nei casi in cui il mutismo selettivo si manifesta in età prescolare o durante i primi anni di scuola, c’è una buona probabilità di recupero se trattato in modo appropriato. Tuttavia, se il disturbo persiste per molti anni senza un intervento adeguato, può diventare più difficile da trattare, specialmente in età adulta.
La tempestività della diagnosi e del trattamento è essenziale per migliorare le prospettive di recupero. Per i bambini con sintomi lievi o che mostrano segni di miglioramento spontaneo, l’approccio basato su “aspettare e vedere” può essere utile, a condizione che i sintomi non si prolunghino per molti mesi. Tuttavia, il monitoraggio costante e l’attenzione sono fondamentali, poiché il mutismo selettivo può peggiorare. In generale, è consigliabile iniziare il trattamento non appena possibile se il mutismo selettivo persiste per più di un mese.
Quanto dura il mutismo selettivo nei bambini?
Generalmente, il mutismo selettivo sembra scomparire man mano che si cresce. Eventualmente, i sintomi tendono a rimanere più o meno costanti e all’incirca sempre gli stessi, anche se tendono a degenerare diventando altri disturbi, come per esempio la sociofobia.
Per quanto riguarda la durata della terapia e del processo di cura, non c’è un riferimento standard in quanto dipende da quanto velocemente il singolo bambino fa progressi e quanto rapidamente il terapeuta ritiene di potersi spingere con l’adozione delle tecniche e delle terapie scelte per guarire il piccolo paziente.
Come si cura il mutismo selettivo?
Come spesso accade in tanti campi legati alla salute e al benessere della persona, è fondamentale intervenire con tempestività. Tra chi si occupa prevalentemente di disturbi d’ansia ci sono anche professionisti che, in accordo con medici e pediatri, non disdegnano consigliare un sostegno farmacologico alle terapie psicologiche per bambini con problemi di mutismo. Il lavoro che spesso si fa sui piccoli pazienti consiste nel trasmettere loro tutta una serie di tecniche che consentano di non farsi cogliere di sorpresa dai diversi scenari e di imparare a padroneggiare le varie situazioni, in maniera tale da diminuire l’ansia e far crescere la convinzione in sé stessi.
Può capitare che chi vive con o accompagna un bambino affetto da mutismo selettivo cerchi di alleviare il suo disagio parlando per lui, finendo però solo per aggravare la sua condizione e scoraggiarne eventuali nuovi tentativi di ricorrere alla comunicazione verbale. Uno degli aspetti chiave delle strategie di cura per il mutismo selettivo è proprio la rottura del circolo vizioso che si stabilisce tra il paziente e i soggetti che, tra chi lo circonda, parlano abitualmente per lui.
Molti specialisti hanno notato che, per aiutare un bambino a liberarsi dal mutismo, servono anche una forte comunione d’intenti e una seria applicazione tra i genitori e le altre figure autorevoli che fanno parte della vita del piccolo paziente. Le strategie consigliate dallo specialista vanno infatti applicate in maniera organica e omogenea, modulandole in base ai vari contesti e gestendo con delicatezza tanto gli interventi per così dire “correttivi”, quanto le proprie aspettative.
Infine, è molto importante saper dosare al meglio i “carichi di lavoro” da far affrontare al bambino nel difficile percorso di rottura del meccanismo del mutismo. Se si nota che subentrano reazioni come l’evitamento o un’ansia sempre crescente, è consigliabile fare un passo indietro sugli obiettivi preposti, magari semplificando i contenuti da esporre verbalmente, cambiando luogo o riducendo l’ampiezza del “pubblico”.
Come si risolve il mutismo selettivo?
Il mutismo selettivo è un disturbo complesso e richiede un approccio terapeutico mirato e pazienza da parte di pazienti, familiari e professionisti della salute. Fortunatamente, molte persone con mutismo selettivo possono fare progressi significativi e migliorare la loro capacità di comunicazione con un trattamento adeguato. Vediamo alcune delle strategie e degli approcci comuni utilizzati per affrontare la condizione.
Terapia cognitivo-comportamentale
La terapia cognitivo-comportamentale è spesso il trattamento di prima scelta per il mutismo selettivo. Gli psicologi esperti in questa tecnica lavorano con i pazienti per identificare e affrontare le paure e le ansie che contribuiscono al mutismo. Attraverso esercizi graduali, l’obiettivo è aumentare progressivamente la capacità del paziente di parlare in situazioni sociali.
Terapia familiare
Coinvolgere la famiglia nel processo di trattamento è fondamentale. La terapia familiare può aiutare i genitori a comprendere meglio il disturbo e fornire supporto emotivo ai loro figli. Inoltre, può insegnare loro a creare un ambiente che favorisca la comunicazione.
Coinvolgimento scolastico
Gli insegnanti e il personale scolastico svolgono un ruolo cruciale nel trattamento del mutismo selettivo. Capire che i sintomi non sono intenzionali riduce frustrazione e rabbia. Strategie comportamentali dovrebbero concentrarsi sulla facilitazione, evitando di costringere il bambino a parlare. La lode e le ricompense possono essere utili per motivare il bambino a partecipare alle attività di classe.
Supporto farmacologico
In alcuni casi, il supporto farmacologico può essere preso in considerazione, in particolare se sono presenti comorbilità come ansia grave o disturbi dell’umore. Tuttavia, i farmaci dovrebbero essere prescritti da un medico specializzato in psichiatria infantile e dovrebbero essere utilizzati in combinazione con la terapia.
Interventi in ambiente naturale
È importante che il trattamento avvenga in vari contesti, non solo all’interno del setting clinico. Questo significa che i pazienti devono essere incoraggiati a parlare in situazioni sociali reali, sia a casa che a scuola.
Obiettivi graduali
Gli interventi di trattamento mirano a creare obiettivi graduali per il paziente. Questi possono iniziare con gesti o risposte non verbali, per poi passare a singole parole e piccole frasi. Questo approccio progressivo riduce l’ansia e rende più accessibile la comunicazione.
Infine, la cura del mutismo selettivo dovrebbe essere personalizzata in base alle esigenze individuali del paziente. Il supporto tempestivo, la comprensione e il coinvolgimento della famiglia e della scuola sono fondamentali per il successo del trattamento.
Strumenti legali per il mutismo selettivo nei bambini in età scolare
È importante che i genitori siano consapevoli dei diritti dei loro figli e delle leggi che li tutelano. Uno strumento chiave per le famiglie italiane è la Legge 104, anche nota come “Legge Quadro sull’Assistenza, l’Integrazione Sociale e i Diritti delle Persone Handicappate”. Questa legge riconosce i diritti delle persone con disabilità e può essere applicata anche ai bambini con mutismo selettivo.
Secondo la Legge 104, i bambini con disabilità, tra cui il mutismo selettivo, hanno diritto a supporti e servizi speciali a scuola. Questi servizi possono includere insegnanti di sostegno, interventi personalizzati e la possibilità di seguire un piano educativo individualizzato (PEI). Un PEI è un piano di intervento specifico che tiene conto delle esigenze e delle abilità del bambino e può prevedere misure per affrontare il mutismo selettivo nell’ambiente scolastico.
È fondamentale che i genitori collaborino con la scuola per garantire che il bambino riceva il supporto di cui ha bisogno. Questo può comportare incontri con gli insegnanti, il personale scolastico e, se necessario, l’assistenza di esperti nel campo della psicologia infantile.
(8 Luglio 2024)