La noia: cos’è e come combatterla o conviverci

Abbiamo una cattiva considerazione della noia, ma la scienza dice che può farci un gran bene.

La noia: cos’è e come combatterla o conviverci

La noia è un’emozione che tendiamo a evitare, spesso considerandola inutile o fastidiosa. Eppure, nasconde un potenziale sorprendente che vale la pena esplorare. Se impariamo a darle spazio, può trasformarsi in una risorsa preziosa per il nostro benessere e una potente scintilla per la creatività.

Questo accade, però, solo quando scegliamo di guardare dentro di noi anziché affidarci a distrazioni esterne. Oggi, in un mondo inondato di stimoli sempre a portata di mano, è raro trovarci davvero annoiati. Gli smartphone, con il loro incessante flusso di notifiche e messaggi, hanno eliminato quasi del tutto i “tempi morti” della nostra quotidianità. Ma a quale prezzo?

Man mano che perdiamo l’abitudine alla noia, diventiamo sempre meno capaci di tollerarla e sempre più inclini a fuggirla. Eppure, evitare la noia non è sempre un vantaggio. Recenti studi scientifici suggeriscono che, lungi dall’essere un’esperienza del tutto negativa, la noia può regalarci benefici inaspettati, se sappiamo come accoglierla.

Che cos’è e come nasce la noia?

La noia viene descritta come uno stato emotivo caratterizzato da un desiderio non appagato di fare o provare qualcosa di soddisfacente. Una condizione di mente non impegnata che si verifica quando:

  • non siamo in grado di focalizzare in modo efficace la nostra attenzione verso stimoli interni o esterni
  • la nostra attenzione si concentra sul fatto che non siamo in grado di impegnare la nostra mente in un’attività soddisfacente
  • attribuiamo la causa del nostro stato negativo a fattori esterni.

A cosa è dovuta la noia?

La noia, pur sembrando un’emozione semplice, ha radici profonde nel nostro cervello e può essere influenzata da una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali.

Tra i fattori biologici, indichiamo:

  • i neurotrasmettitori: la noia potrebbe essere legata a squilibri di neurotrasmettitori come la dopamina, spesso associata al piacere e alla ricompensa. Un basso livello di dopamina potrebbe rendere le attività meno gratificanti.
  • i circuiti cerebrali: le regioni del cervello coinvolte nella motivazione e nella ricompensa potrebbero essere meno attive in persone che provano spesso noia.
  • la genetica: alcuni studi suggeriscono che la predisposizione alla noia potrebbe avere una componente genetica, influenzando la nostra soglia di tolleranza alla monotonia.

I fattori psicologici includono invece la personalità, le aspettative e l’abitudine.
Le persone spesso alla ricerca di sensazioni forti potrebbero essere meno propense ad annoiarsi, mentre quelle più introverse potrebbero sperimentare la noia più frequentemente.

Avere aspettative troppo elevate sul piacere può facilmente trasformarsi in delusione e noia quando la realtà non soddisfa le nostre previsioni. Allo stesso modo, la ripetizione delle stesse attività finisce per annoiarci, poiché il cervello si abitua rapidamente e va alla ricerca di nuove stimolazioni.

Infine, fattori ambientali quali:

  • la povertà di stimoli, che può favorire la noia e la frustrazione
  • livelli elevati di stress che possono ridurre la capacità di concentrarsi e di provare piacere, aumentando così la sensazione di noia.
  • la solitudine, in quanto le relazioni interpersonali sono una fonte importante di stimolazione e gratificazione. La mancanza di interazioni sociali può contribuire alla noia.

Sintomi della noia

La mancanza di attività mentale o pratica che caratterizza la noia tende a tradursi in una serie di stati d’animo negativi, come:

Tra le sensazioni che capita di sperimentare quando ci si annoia c’è anche la sonnolenza. Una ricerca dell’Università di Tsukuba ha spiegato che questo fenomeno dipende dal nucleo accumbens, un’area del cervello legata al piacere e alla motivazione, che induce il sonno quando non riceve stimoli adeguati.

Conseguenze della noia

La tendenza a sviluppare sentimenti persistenti di noia e insoddisfazione, secondo diversi studi, sembrerebbe associarsi a una maggiore possibilità di incorrere in disturbi psicologici e comportamentali, quali:

Come si fa combattere la noia?

Prima di capire come liberarsi dalla noia, è necessario fare una distinzione tra le due diverse tipologie esistenti:

  • quella cattiva, che genera malessere e irrequietezza
  • quella buona, quando invece incentiva la creatività e la qualità dei ragionamenti. 

La prima si verifica quando si cerca la soluzione all’esterno (per esempio negli smartphone), con il risultato, sul lungo periodo, di diminuire il senso di autoefficacia e la fiducia nelle proprie competenze.
Se tendiamo a cercare soddisfazione all’esterno, e non dentro di noi, è probabile che non appena gli stimoli cessino di essere interessanti si ripresenti, e si rafforzi, la noia.

Quando, invece, per affrontare la noia rivolgiamo l’attenzione dentro di noi, connettendoci con i nostri pensieri e le nostre emozioni, otteniamo conseguenze diverse. 

È quello stato d’animo che viene anche definito “sognare a occhi aperti”, e che spesso viene visto negativamente, come una propensione a perdere tempo e a fare errori. In realtà, come ha dimostrato uno studio di Kelsey Merlo, psicologa americana del Georgia Institute of Technology, nella maggior parte dei casi questo stato d’animo dà la sensazione di “rinfrescare la mente”, migliorando lo stato emotivo e le performance lavorative.

Il modo più efficace per combattere la noia sembrerebbe dunque quello di accoglierla e trasformarla in “energia” positiva. Prendersi del tempo per meditare su se stessi e sulle proprie esperienze può aiutare a raggiungere una visione più profonda e consapevole di sé e della realtà che si vive. Può stimolare la conoscenza e la crescita personale, profilando nuove opportunità o cambiamenti nel proprio modo di vivere.

Come trasformare la noia in un’alleata?

Innanzitutto, dobbiamo uscire dalla nostra zona di comfort e accogliere tutto ciò che la vita può offrirci. Provare nuove esperienze, imparare un’abilità, o semplicemente cambiare la nostra routine quotidiana può risvegliare la curiosità e la voglia di vivere. 

La creatività trova spesso il suo terreno fertile nella noia. È proprio nei momenti in cui la mente vaga libera da impegni che nascono le idee più originali. Come sostengono numerosi studi, tra cui quelli di Daniel Goleman, la noia è il carburante che alimenta i nostri processi cognitivi più profondi, stimolando la mente a esplorare nuovi percorsi.

Non sorprende, infatti, che alcuni grandi scrittori abbiano bisogno di passare un periodo di noia per trovare l’ispirazione, per superare il cosiddetto “blocco dello scrittore” o “sindrome da pagina bianca”. Lo psicologo Jonathan Schooler dell’Università della California ha dimostrato che i momenti in cui ci si rilassa e si lascia “vagare la mente” permettono al nostro inconscio di lavorare meglio, facilitando le intuizioni creative.
Questo perché il cervello si libera di assunti ingiustificati e stabilisce connessioni inedite tra concetti o competenze già esistenti. Ricerche come questa fanno pensare che i momenti di noia, lungi dall’essere dannosi, costituiscono una specie di sosta durante la quale il cervello ricarica la propria benzina.

La mindfulness e la meditazione possono aiutarci a vivere il presente con maggiore consapevolezza, apprezzando anche i piccoli piaceri della vita quotidiana.
A differenza della nostra società che ci spinge a essere sempre connessi e produttivi, le filosofie orientali valorizzano il vuoto, l’ozio e la contemplazione. Quando si medita non si pianifica e non si cercano particolari stati di coscienza; non si fa nulla, si lascia fluire il tempo attraverso il respiro. Ed ecco che, silenziando per qualche momento il continuo chiacchiericcio della mente, un nuovo entusiasmante scopo può emergere spontaneamente da dentro di noi e donarci nuove prospettive.