Il fenomeno della dipendenza da cannabis e dei suoi impatti psicologici sono oggetto di sempre maggiore interesse.
In questo articolo scritto in collaborazione con la dott.ssa Michela Romano, psicologa e psicoterapeuta del Centro Medico Santagostino, approfondiremo questo complicato argomento sotto una prospettiva psicologica, analizzando gli impatti sulle funzioni cognitive, la salute mentale e il comportamento.
Attraverso un’esplorazione approfondita dei meccanismi psicologici coinvolti nella dipendenza da cannabis, cercheremo di offrire una visione chiara e informata su come questa sostanza che può influenzare la vita quotidiana e il benessere psicologico di coloro che ne fanno uso e proporremo qualche possibile soluzione al problema.
Quando la cannabis diventa dipendenza?
Con Cannabis viene indicata normalmente la pianta da cui si estrae la marijuana (ricavata dalle infiorescenze essiccate delle piante femminili) e l’hashish (ricavata dalla resina), sostanze stupefacenti psicotrope; il principio attivo della cannabis è il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) contenuto in maggior quantità nella resina della pianta e presenta effetti analgesici, stimolanti e psichedelici.
In linea generale, la marijuana rallenta l’attività cerebrale, provocando uno stato sognante nel quale le idee appaiono sconnesse e incontrollabili. È leggermente psichedelica, deforma e amplifica la percezione del tempo, dei colori e dello spazio e, attenuando la tensione, produce una forte sensazione di benessere. Per tale motivo, seppur spesso utilizzata per il trattamento di alcune patologie neurodegenerative, neuropatia e disturbi alimentari, la cannabis presenta un alto rischio di abuso e dipendenza e può causare danni più o meno permanenti.
I suoi effetti psicologici e cerebrali possono infatti avere anche ricadute su altri apparati come l’apparato cardiaco e respiratorio.
Quali sono gli effetti a breve termine della cannabis?
Gli effetti della canna sono più o meno immediati: possono sentirsi dopo al massimo 30 minuti e normalmente durano circa 2-3 ore.
Tra gli effetti fisici immediati emerge sicuramente l’aumento del ritmo cardiaco e una lieve sensazione di sonnolenza e analgesia moderata, arrossamento degli occhi, maggiore senso dell’appetito, secchezza delle fauci. La coordinazione, il tempo di reazione, la percezione della profondità e la concentrazione possono essere compromessi per 24 ore dopo l’uso di marijuana, pertanto mettersi alla guida o manovrare apparecchiature pesanti in quel lasso di tempo è considerato molto pericoloso.
Dal punto di vista psicologico, invece, si può produrre una diminuzione del funzionamento intellettivo dato che il THC, principale componente psicoattivo della cannabis, può distorcere la percezione sensoriale della realtà, alle quali seguiranno ore di sonnolenza e apatia. Spesso fumare cannabis ha anche un impatto sulla capacità di pensare normalmente e sulla memoria.
Alcuni soggetti, specialmente coloro che non hanno mai fatto consumo di cannabis, e dosi elevate della sostanza possono portare a provare ansia, panico o paranoia e soffrire di una dipendenza maggiore soprattutto se associa la cannabis al consumo di altre sostanze come tabacco o alcol. La marijuana può peggiorare o scatenare una psicosi (perdita del contatto con la realtà) nei soggetti schizofrenici. Inoltre, è bene notare che il senso di esaltazione ed eccitazione sembra essere correlato alla situazione in cui la droga viene assunta, cioè se la persona è da sola o in un gruppo, e all’umore prevalente.
Quali sono gli effetti a lungo termine della cannabis?
I soggetti che usano grandi quantità di marijuana per molto tempo possono sviluppare problemi respiratori, come bronchite, sibilo, tosse, aumento del catarro, dolore addominale e sindrome del vomito ciclico.
Dal punto di vista psicologico, nel lungo periodo l’abuso di cannabis può provocare danni irreparabili al sistema nervoso centrale e generare alterazioni permanenti sull’umore, perdite di memoria o problemi del sonno che impediscono di svolgere le attività personali e professionali in maniera normale.
L’uso prolungato può inoltre portare a disturbi d’ansia, depressione, altri disturbi dell’umore come la fase maniacale del disturbo bipolare, slatentizzare disturbi psicotici (deliri e allucinazioni) e schizofrenia, generare problemi del sonno e pensieri paranoici. Si verifica inoltre una maggiore lentezza nell’apprendimento e nella formazione della memoria a breve termine, e quindi una difficoltà nel ricordare nuove informazioni.
Se poi l’uso di sostanze avviene fin dall’adolescenza, quando il cervello è in fase di sviluppo, i fattori di rischio aumentano con danni maggiori a livello cognitivo e neuropsicologico irrecuperabili da adulti.
Come si manifesta la dipendenza da cannabis?
La dipendenza da cannabis si manifesta come qualsiasi altra dipendenza e cioè con vere e proprie crisi di astinenza. Spesso chi ne è affetto, oltre a sintomi quali tremori, nausea, agitazione e irritabilità, può giungere sino a mentire e a incorrere in ingenti problemi finanziari.
È inoltre comune in molti soggetti affetti da dipendenza da cannabis il non comprendere a pieno la gravità delle proprie azioni e le eventuali conseguenze del consumo.
Per capire se si soffre di una dipendenza, vi sono numerosi questionari autosomministrati rintracciabili online. Uno dei più comuni è il drug abuse screen test (DAST-10), composto da 10 domande e molto utilizzato sia per la dipendenza da cannabis che per altri tipi di droghe come solventi, barbiturici e cocaina.
Quanto dura la crisi di astinenza da cannabis?
L’uso di cannabis crea dipendenza quando vi è un consumo prolungato nel tempo.
La Marijuana e l’hashish possono creare dipendenza psicologica e fisica, possono presentarsi crisi di astinenza di lievi entità quando vi è un uso costante e frequente; i sintomi di astinenza compaiono dopo 12 ore e si risolvono in 7 giorni, si presentano con agitazione, perdita dell’appetito, nausea, irritabilità, depressione e insonnia.
Secondo alcuni studi, fumare hashish o marijuana (ma anche fumare sigaretto o bere alcool) in adolescenza potrebbe alterare la struttura di piacere e ricompensa del cervello. In generale però si tende a sottolineare come l’uso di droghe sia correlato a inclinazioni personali e situazioni sociali che da droghe precedentemente utilizzate.
Come uscire dalla dipendenza da canne?
La prima cosa fondamentale è la motivazione: essere motivati a smettere è l’inizio di un percorso.
È importante infatti prepararsi psicologicamente ai sintomi di astinenza (irritabilità, aumento di stati ansia, tachicardia, inappetenza, insonnia, pensieri ossessivi) e a gestire il desiderio/craving della sostanza. Parlarne con qualcuno vicino come amici e/ o familiari per ricevere sostegno, cambiare routine ed evitare inizialmente i posti o le situazioni che mantengono comportamenti da dipendenza può essere molto d’aiuto.
Infine, è sempre consigliabile chiedere aiuto ad un professionista esperto del campo o a un centro che abbia un servizio specifico per raggiungere risultati ottimali e vincere definitivamente la dipendenza.
(9 Gennaio 2024)