Distimia: sintomi, diagnosi e interventi

La distimia presenta sintomi simili a quelli della depressione propriamente detta, ma con intensità più bassa e una durata maggiore. Questo disturbo non va sottovalutato e richiede il supporto di uno specialista.

Distimia: sintomi, diagnosi e interventi

Esiste una forma di depressione che si muove nell’ombra, sfuggendo spesso alla diagnosi e all’attenzione dei media. Questa condizione, chiamata distimia o disturbo depressivo persistente, colpisce milioni di persone in tutto il mondo, ma rimane spesso sottovalutata.

Nonostante la sua apparente leggerezza rispetto alla depressione maggiore, la distimia può infatti avere un impatto significativo sulla vita quotidiana dell’individuo e richiede attenzione e trattamento adeguati.

In questo articolo scopriremo il suo significato, come si manifesta, quanti ne sono colpiti e, soprattutto, come affrontarla.

Cos’è la distimia?

Con il termine distimia si indica un disturbo dell’umore piuttosto simile al disturbo depressivo maggiore, ma con sintomi meno intensi e di durata più lunga. È denominata anche disturbo depressivo persistente, oppure depressione neurotica.

I sintomi hanno una durata di almeno due anni, e non sono esclusi periodi ulteriormente prolungati. Questa condizione è in grado di diminuire la qualità della vita quotidiana, perché porta chi ne soffre all’incapacità di provare piacere e alla ruminazione.

La distimia può manifestarsi a tutte le età, dai bambini più piccoli agli adulti, ma presenta un’incidenza maggiore intorno ai 20 anni.

Quali sono i sintomi della distimia?

Le persone che soffrono di distimia possono manifestare:

Se questi sintomi non vengono trattati adeguatamente, il disturbo distimico può trasformarsi in una vera e propria depressione

La distimia può inoltre presentarsi in comorbidità con i disturbi di personalità, l’abuso di sostanze o l’abuso di alcol.
Si parla invece di “doppia depressione” quando chi sperimenta distimia soffre, allo stesso tempo, anche di una depressione maggiore.

Quando è un bambino ad esserne colpito, tra i sintomi troviamo irritabilità, umore depresso o la sindrome da deficit di attenzione e iperattività.

Come capire se si soffre di distimia?

Stando alle indicazioni dell’American Psychiatric Association, una diagnosi di distimia richiede che il soggetto si senta depresso nella quasi totalità della giornata, su una base quasi quotidiana, per due anni almeno.

Il soggetto che potenzialmente soffre di disturbo depressivo persistente viene difatti sottoposto ad una valutazione psicologica, che può essere svolta tanto da una psichiatra quanto da uno psicologo. Il rilevamento da parte dello specialista, di almeno due dei sintomi sopra indicati, può confermare la diagnosi.

Possono concorrere alla diagnosi anche un test obiettivo e un’anamnesi per capire se il soggetto soffre o ha sofferto in passato di disturbi fisici che possono contribuire all’insorgenza del disturbo distimico.

Possono essere prescritti anche esami della tiroide, vista la possibilità di legame tra contenuto di vitamina D nel sangue, condizioni di questa ghiandola e disturbi dell’umore.

Cosa provoca la distimia?

Le cause, o meglio i fattori di rischio che incidono sulla distimia, possono essere:

  • biologici, nel caso in cui si verifichi un’alterazione nell’attività del cervello, nello specifico l’alterazione interessa la serotonina
  • genetici o dovuti alla familiarità. Questo disturbo è infatti più diffuso in soggetti che hanno familiari che soffrono della stessa condizione
  • ambientali come, ad esempio, condizioni difficili da affrontare quali un lutto, un tracollo economico, stress.

Oltre ai fattori di rischio, vi sono alcune circostanze che ne contribuiscono lo sviluppo:

  • il vivere o il trascorrere una grande quantità di tempo con individui che hanno avuto una diagnosi di depressione o distimia
  • essere persone che hanno bisogno di continue rassicurazioni o della costante approvazione altrui.

Quanto può durare la distimia?

Come accennato, la distimia è una forma lieve ma cronica di depressione, i cui sintomi si presentano per la maggior parte dei giorni, per almeno due anni negli adulti e per almeno un anno nei bambini e negli adolescenti. In alcuni casi la distimia può durare per gran parte della vita di una persona, mentre in altri gli episodi distimici possono durare solo alcuni anni.
La sua durata può infatti variare notevolmente da persona a persona ed essere influenzata da una serie di fattori, tra cui la gravità dei sintomi stessi, la tempestività della diagnosi, l’inizio del trattamento e il supporto sociale.

Come guarire dalla distimia?

La distimia richiede un approccio combinato di psicoterapia e terapia farmacologica.
È possibile ricorrere alla terapia cognitivo comportamentale che può insegnare al paziente il riconoscimento e la gestione dei pensieri disfunzionali. 

Un ulteriore scopo è far sì che soggetto e nucleo familiare conoscano i tratti distintivi di questo disturbo, così da intraprendere le strategie più adatte alla guarigione.

Tra i farmaci antidepressivi che devono essere assunti sotto controllo medico, si ricordano gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e della norepinefrina.

Una guarigione voluta dal paziente

Affinché ci sia guarigione, è imprescindibile l’apporto attivo da parte del paziente, che si concretizza attraverso una continuità nella terapia “parlata” e nel trattamento farmacologico.

Conoscere la distimia è un passaggio obbligato per il paziente, così che sia in grado di superare i sintomi e le situazioni più complesse quando si presentano, cercando di fare attenzione a quali trigger, e specifiche situazioni, diano il via ai pensieri distorti.

Non va sottovalutata infine l’attività fisica, capace di alleggerire i sintomi del disturbo e le sue possibili complicazioni.

Come aiutare chi soffre di distimia?

Aiutare qualcuno che soffre di distimia richiede comprensione ed empatia. Ecco alcuni suggerimenti:

  • comprendere la distimia: capire che si tratta di una condizione medica valida e non di una “debolezza” personale.
  • Offrire supporto emotivo: manifestare il proprio affetto alla persona che soffre, facendole capire che non è sola e fornendole un ambiente sicuro in cui parlare delle sue emozioni
  • Incoraggiare il trattamento: suggerire la ricerca di aiuto professionale
  • Sostenere la necessità di uno stile di vita sano: il benessere psicologico può infatti migliorare con l’attività fisica regolare, una dieta equilibrata e un buon sonno
  • Rispettare i limiti: chi soffre di distimia può non avere l’energia per partecipare a eventi sociali o impegnarsi in attività quotidiane, e non si deve giudicare.
  • Il recupero è graduale e bisogna avere pazienza. Il trattamento può richiedere tempo e la persona va sostenuta anche quando ci saranno alti e bassi lungo il percorso
  • Prendersi cura di se stessi. Aiutare qualcuno con distimia può essere emotivamente spossante. È quindi importante prendersi cura anche della propria salute mentale

Distimia e invalidità

In Italia la possibilità di ottenere l’invalidità civile per la distimia varia in base a diversi elementi, tra cui la gravità dei sintomi, il loro impatto sulla funzionalità quotidiana e la presenza di altre condizioni mediche.

Di solito, la percentuale riconosciuta può variare dal 31% al 40%, ma non vi è una risposta definitiva. L’accertamento dell’invalidità richiede una valutazione medica completa da parte di una commissione medica dell’INPS.