Il DOC da relazione incuriosisce sempre di più, in particolare nell’ambiente digitale, dove TikTok ne ha amplificato la conoscenza a livello globale.
Questo disturbo ossessivo-compulsivo, spesso misconosciuto e sottovalutato, è caratterizzato da pensieri invadenti e negativi sul partner e può compromettere seriamente l’equilibrio affettivo della coppia e il benessere psicologico individuale.
Nell’articolo che segue, esploreremo le sfide, le manifestazioni e le possibili vie di guarigione legate a questa complessa condizione psicologica, offrendo una prospettiva a coloro che ne sono affetti o desiderano comprenderlo meglio.
Cos’è il DOC da relazione?
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) legato alle relazioni interpersonali rappresenta un intricato labirinto emotivo che coinvolge una vasta gamma di dinamiche relazionali, con particolare enfasi sulle connessioni romantiche. Sebbene le ossessioni possano abbracciare vari ambiti, come le relazioni familiari o spirituali, la maggior parte degli studi si concentra sul complesso universo dei legami amorosi.
L’esordio sintomatologico spesso segue eventi cruciali, quali andare a convivere, proposte di matrimonio o la nascita di un figlio, e si evidenzia ancora di più dopo la fine di una relazione sentimentale.
Esistono due tipi di DOC da relazione, caratterizzati da due diverse tipologie di pensieri ossessivi:
- pensieri centrati sulla relazione
- pensieri focalizzati sul partner.
Nel primo caso, le persone sono tormentate da dubbi sulla natura della loro relazione di coppia e sui sentimenti provati. Tali sintomi possono essere intensificati da situazioni come la presenza di “coppie felici” o la noia nelle interazioni con il partner, portando la persona a desiderare una vita da single o a temere fantasie sessuali su altri.
Nel secondo caso, invece, le ossessioni riguardano specificamente i “difetti” del partner. Queste ossessioni riguardo alle caratteristiche fisiche, intellettuali, morali o sociali dell’altra persona possono manifestarsi attraverso frasi come “mi da fastidio tutto”, “è abbastanza intelligente per me?” o ancora “non mi attrae più”.
Spesso, entrambe le tipologie di sintomi coesistono, con preoccupazioni che oscillano tra la relazione e il partner stesso.
Come faccio a capire se è DOC da relazione?
Come in ogni forma di disturbo ossessivo-compulsivo, i dubbi e le preoccupazioni sopra citati sono accompagnati da una serie di compulsioni, mirate a ridurre la frequenza di tali pensieri e a lenire l’incertezza sul contenuto.
Le compulsioni più frequenti nei soggetti con DOC da relazione comprendono:
- monitoraggio e controllo dei propri sentimenti (“Sento amore per il mio partner?”) e comportamenti (“Sto guardando altre persone?”)
- confronto della propria relazione intima con quelle altrui, come quelle di amici o di personaggi dei media (“Sono felice come loro?”)
- rassicurazione attraverso il ricordo di esperienze passate in coppia in cui si era sicuri dei propri sentimenti verso il partner.
Chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo da relazione, inoltre, tende ad evitare situazioni che potrebbero scatenare pensieri intrusivi sulla coppia o ruminazione mentale.
Ad esempio, evitano incontri sociali con coppie considerate “perfette”, temendo di confrontare il proprio rapporto con il loro. Allo stesso modo, potrebbero evitare attività piacevoli come guardare film romantici per paura di confrontare le emozioni del film con le proprie nei confronti del partner o uscire da soli con amici per il timore di incontrare qualcun altro e accorgersi improvvisamente di non amare più il proprio compagno.
Il DOC da relazione genera spesso un senso di “Not Just Right Experience” (non come dovrebbe essere, ndr), influenzando negativamente la soddisfazione relazionale, l’autostima e il benessere emotivo della persona affetta, aumentando ansia, depressione e sensi di colpa.
Si aggiungono anche:
- pensieri di “catastrofizzazione”: l’idea di essere in una relazione “che non funziona” o “sbagliata” viene considerata inaccettabile e provoca un senso di colpa intenso.
- L’anticipazione del rimpianto: il timore di lasciare il partner e poi pentirsene, con il pensiero che non ci si potrà mai perdonare e si rimarrà a lungo tormentati dal rimorso.
Quando l’amore si trasforma in ossessione?
Per riconoscere e comprendere appieno il disturbo ossessivo compulsivo da relazione e distinguerlo dall’amore, è essenziale analizzare le credenze disfunzionali che lo sottendono e valutare il livello di disagio personale che ne consegue. Per risolvere il problema, inoltre, è molto importante riuscire a fare la differenza tra questo disturbo e altre condizioni simili, come la dipendenza affettiva e il DOC omosessuale.
La dipendenza affettiva, ad esempio, si focalizza principalmente sulla paura dell’abbandono da parte del partner. In questo caso, la rottura del rapporto è vista come qualcosa di inimmaginabile e fonte di angoscia profonda. Nel disturbo ossessivo compulsivo da relazione, invece, la paura predominante riguarda spesso il dubbio di non amare più il proprio partner. Questo dubbio genera un’intensa ansia, che porta l’individuo ad adottare comportamenti compulsivi per cercare di lenirla.
Altrettanto importante è distinguere il DOC da relazione dal DOC omosessuale. Mentre nel primo caso le ossessioni coinvolgono la relazione stessa (come dubbi sulla sua validità o sulla presenza di sentimenti autentici), nel secondo caso riguardano l’orientamento sessuale. Le persone affette da DOC omosessuale possono sperimentare pensieri, immagini o impulsi a sfondo omosessuale, generando dubbi su una presunta omosessualità nascosta.
È interessante notare come questi due tipi di disturbo possano sovrapporsi o trasformarsi l’uno nell’altro nel corso del tempo. Ad esempio, un individuo potrebbe iniziare ad avere dubbi sulla sua relazione di coppia e successivamente sviluppare pensieri ossessivi riguardanti un possibile interesse per persone dello stesso sesso.
Un altro aspetto cruciale per comprendere il DOC da relazione è valutare il grado di disagio personale che segue a questi pensieri e dubbi. Nel disturbo ossessivo compulsivo da relazione, il disagio è spesso accompagnato da attacchi di ansia e comportamenti compulsivi. Le persone coinvolte possono trascorrere molto tempo a monitorare i propri sentimenti e comportamenti, cercando rassicurazioni da amici e familiari o controllando costantemente la qualità della relazione.
In sintesi, per riconoscere il DOC da relazione e distinguerlo dalla semplice fine di una storia c’è bisogno di un’analisi approfondita delle proprie credenze e dei comportamenti coinvolti, al fine di individuare le migliori strategie di intervento e trattamento.
Le cause del DOC da relazione
Le cause del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) da relazione possono essere multifattoriali, coinvolgendo una combinazione di fattori genetici, ambientali e relazionali. Tra le possibili cause si annoverano:
- predisposizione genetica. Studi hanno suggerito una predisposizione genetica al DOC, sebbene il ruolo specifico dei geni rimanga ancora oggetto di approfondimento.
- Esperienze relazionali precoci. Ambienti familiari caratterizzati da rigidità morale, conflitti e stili educativi oppressivi possono contribuire allo sviluppo del DOC da relazione.
- Eventi traumatici. Eventi stressanti o traumatici nella vita del individuo, come separazioni dolorose o perdite significative, possono essere fattori scatenanti del disturbo.
- Modelli familiari disfunzionali. La presenza di modelli familiari caratterizzati da dinamiche relazionali disfunzionali può influenzare la percezione e la gestione delle relazioni amorose.
- Fattori ambientali e culturali. Pressioni sociali, aspettative culturali e influenze esterne possono contribuire alla manifestazione del DOC da relazione, influenzando il modo in cui una persona interpreta e gestisce il proprio rapporto amoroso.
- Bassa autostima e senso di colpa. Individui con bassa autostima o un elevato senso di colpa possono essere maggiormente inclini a sviluppare sintomi ossessivi e compulsivi legati alla relazione.
Quanto può durare un DOC?
La durata del disturbo ossessivo compulsivo da relazione può variare notevolmente da persona a persona e dipende da diversi fattori, tra cui la gravità dei sintomi, la disponibilità di trattamenti adeguati, il sostegno sociale e la motivazione del paziente a recuperare. In generale, senza un intervento terapeutico appropriato, il DOC da relazione può persistere per anni o addirittura per tutta la vita.
Purtroppo, in alcuni casi, la vergogna induce le persone a nascondere i sintomi, mentre in altri i pazienti non possono accedere alla terapia per motivi economici. Solitamente, la richiesta di aiuto psicologico emerge da un rapporto di coppia in crisi, spesso associato – come già detto – a eventi significativi come convivenze, matrimoni o il desiderio di avere figli, e relativi ultimatum.
La terapia cognitivo-comportamentale ha dimostrato di essere efficace nel ridurre i sintomi del DOC da relazione, con una percentuale di successo compresa tra il 60% e l’80%. In questo contesto, l’obiettivo del trattamento è prima di tutto quello di ridurre i sintomi stessi e successivamente di intervenire sulla vulnerabilità attuale, per ridurre la sensibilità personale al senso di colpa e all’autocritica.
Inoltre, viene applicato un intervento di prevenzione delle ricadute, concentrandosi sulla vulnerabilità storica e cercando di identificare gli elementi della storia di vita del paziente che hanno contribuito all’insorgenza del disturbo, ponendo attenzione al motivo per cui si sviluppa il disturbo ossessivo compulsivo da relazione.
Quali sono le tecniche psicologiche più utilizzate per trattare il DOC da relazione?
Per curare il DOC da relazione, le tecniche psicologiche più efficaci includono:
- Esposizione con prevenzione della risposta (E/RP). Questa tecnica cognitivo-comportamentale consiste nell’esporre il paziente agli stimoli ansiogeni legati alla relazione senza permettere di attuare i comportamenti compulsivi solitamente associati a tali stimoli. L’esposizione con prevenzione della risposta non solo riduce l’ansia e i comportamenti disfunzionali, ma aiuta anche il paziente ad accettare l’esperienza di colpa e l’imperfezione morale come parte naturale dell’esistenza umana, svolgendo un ruolo cruciale nell’intervento terapeutico.
- Imagery Rescripting. Questa tecnica esperienziale mira a modificare il significato attribuito ai ricordi avversi o traumatici, consentendo al paziente di “riscrivere” tali ricordi in modo da ridurre le credenze maladattive. L’Imagery Rescripting è particolarmente efficace nel trattamento della vulnerabilità storica, contribuendo a ridurre il timore di colpa, i sintomi ossessivi e le manifestazioni ansiose e depressive associate al DOC da relazione.
È bene notare che, oltre alla terapia cognitivo-comportamentale, anche la terapia sistemica può rivelarsi benefica. Coinvolgendo il partner, infatti, si possono esaminare i contributi alla sintomatologia del paziente e interrompere i cicli disfunzionali. Una riduzione dei sintomi favorirebbe una maggiore consapevolezza della dinamica relazionale, consentendo decisioni basate sull’esperienza reale anziché sulle paure legate al disturbo.
(11 Marzo 2024)