Sublimazione in psicologia: un meccanismo di difesa

La sublimazione è un meccanismo di difesa che permette di trasformare in attività socialmente accettabili impulsi aggressivi, dannosi o sessuali, altrimenti intollerabili.

Sublimazione in psicologia: un meccanismo di difesa

La sublimazione, nella teoria psicanalitica, indica il processo attraverso il quale si rendono accettabili, sia a livello sociale che personale, pulsioni altrimenti inammissibili.

Questo processo può, quindi, essere considerato un meccanismo di difesa, tramite cui una persona trasforma l’energia derivante da pulsioni aggressive o sessuali in attività socialmente accettabili o di valore, come lo sport o le attività ricreative.

La dottoressa Ilaria Bellavia, psicologa e psicoterapeuta psicodinamica del Santagostino, chiarisce il concetto, fornendo alcuni esempi di sublimazione.

Qual è il significato di sublimazione nella psicologia?

La sublimazione è quel processo attraverso il quale si rendono accettabili, nel contesto sociale e culturale, pulsioni di tipo aggressivo o sessuale. Queste pulsioni risulterebbero inammissibili non solo per la società e l’insieme delle sue regole, ma anche per la nostra coscienza.

In altre parole, questo meccanismo permette all’individuo di canalizzare energie derivanti da desideri o emozioni ritenuti inappropriati, verso attività costruttive e accettate socialmente. Queste attività comprendono, ad esempio, l’arte, lo sport, il lavoro o altre forme di espressione creativa o produttiva.

Per esempio, una persona che sperimenta un’intensa rabbia potrebbe indirizzare questo impulso verso lo sport di competizione, trasformando così l’aggressività in determinazione e spirito competitivo. Analogamente, impulsi sessuali non espressi o ritenuti inaccettabili possono trovare sfogo in alcune forme d’arte o in attività creative. Oppure, ancora, la tristezza e il lutto per la fine di una relazione, sentimenti che se non gestiti ed espressi opportunamente potrebbero determinare anche uno stato depressivo, possono essere sublimati attraverso la scrittura creativa.

Chi ha teorizzato il processo di sublimazione?

Il concetto di sublimazione, in ambito psicologico, si deve a Sigmund Freud, che ne scrisse per la prima volta nel 1892. Il fondatore della teoria psicoanalitica definisce questo processo come una rinuncia pulsionale, quando risulta complesso integrarle da parte dell’Io.

In questo modo, il soggetto è in grado di allontanare da sé pensieri, azioni o impulsi che risultano spiacevoli per sé, oltre che per il contesto sociale. Pertanto, la sublimazione può essere considerata come un meccanismo di difesa, perfettamente integrato nello sviluppo psicologico di qualsiasi individuo.

I meccanismi di difesa secondo Anna Freud

Anna Freud, psicanalista nonché figlia di Sigmund Freud, ha in seguito approfondito il concetto di meccanismo di difesa, all’interno del quale è ricompresa la sublimazione. Per Anna Freud i meccanismi di difesa possono essere diversi:

  • proiezione, quando sentimenti inaccettabili per sé sono visti nelle altre persone
  • razionalizzazione, quando i propri sentimenti e le proprie azioni vengono giustificate in una chiave logica
  • intellettualizzazione, che si verifica tutte le volte in cui i nostri sentimenti o emozioni sono vissuti in termini intellettuali
  • repressione, quando il sentimento o l’emozione provata risulta inaccettabile e viene spinta, per così dire, al di sotto della soglia dell’inconscio.

Attraverso questi meccanismi di difesa, quindi, l’ansia che deriva da comportamenti e stati d’animo, che creano conflitti interiori e con il contesto sociale, è tenuta a bada.

Cosa succede durante la sublimazione?

Il processo della sublimazione può essere compreso se teniamo a mente i tre luoghi in cui Freud divide le diverse componenti della personalità di un individuo.

Il primo luogo prende il nome di Es, e rappresenta la fonte pura, irriflessa, della cosiddetta libido, la forza che traina i nostri comportamenti. L’Es è il regno del principio di piacere.

Il secondo luogo è l’Io propriamente detto, che fa la sua comparsa durante l’infanzia e risponde alle esigenze che arrivano dal mondo esterno. Risponde quindi a quello che Freud chiama principio di realtà.

In terza battuta, c’è il Super-Io. Questa componente risulta essere costituita dall’insieme delle regole, della morale e dei valori che sono arrivati a noi dalle figure di accudimento e dalla cultura in cui viviamo.

L’Io svolge il ruolo di mediazione tra:

  • l’Es e le sue pulsioni primordiali
  • la morale che arriva dal Super-Io
  • le richieste che arrivano anche dalla realtà.

La sublimazione interviene a bloccare la spinta pulsionale, di modo che gli impulsi negativi e intollerabili per la propria psiche, oltre che nel contesto sociale, siano incanalati in attività e comportamenti socialmente accettati. Eventuali conflitti tra Es, Io e Super-Io potrebbero determinare nel soggetto una condizione di nevrosi.

Qual è un esempio di sublimazione?

Attraverso la sublimazione il soggetto attua quindi una rinuncia pulsionale. Proviamo allora a fornire alcuni esempi concreti di sublimazione. Come accennavamo in alcuni passaggi precedenti, gli sport rappresentano un primo valido esempio di sublimazione della rabbia. Andare in palestra e seguire una lezione di boxe è un modo di scaricare l’aggressività che si è accumulata durante una giornata lavorativa.

Si dia ancora il caso in cui, In seguito a una lite con una persona cara, si è accumulata notevole tensione fisica ed emotiva. Un buon modo per sublimarla è allora camminare, o fare una camminata veloce di alcuni chilometri per dissipare la tensione.

Un altro esempio è quello per cui, a causa di una situazione stressante nella gestione delle finanze familiari, si minaccia la fine della relazione. Invece di seguire acriticamente questo impulso, si può decidere allora di riordinare casa. In questo modo ci si distrae dalla rabbia, scaricandosi con una attività fisica, che rappresenta anche una modalità di prendersi cura della relazione.

Come sublimare la sessualità?

La sublimazione, come detto, può anche essere utilizzata per gestire gli impulsi sessuali che possono essere fonte di disagio personale o sociale. Questa può essere attuata attraverso varie attività che permettono di esprimere tale energia in modi non sessuali. Ad esempio:

  • distrarsi con altre attività che richiedono concentrazione e impegno: oltre allo sport, dipingere e leggere possono aiutare a dirigere l’attenzione altrove
  • scrivere di quello che si prova può aiutare a gestire gli impulsi sessuali. Ad esempio, si può scrivere riguardo un’attrazione reciproca invece di seguire l’impulso che potrebbe essere causa di tradimento e fonte di angoscia.

Persino la vita religiosa e spirituale può essere un canale per la sublimazione della sessualità. È importante notare che queste sono generalizzazioni e possono non applicarsi o non essere utili per tutti.

Critiche e revisione del concetto di sublimazione

Una critica al concetto di sublimazione riguarda la sua eccessiva enfasi sugli impulsi sessuali e aggressivi come fonte primaria di conflitto interiore. La ricerca contemporanea in psicologia ha messo in dubbio questa visione, suggerendo che una gamma più ampia di esperienze emotive e bisogni può essere alla base di comportamenti problematici o inquietudini. 

Inoltre, la teoria di Freud non tiene conto adeguatamente dei diversi contesti culturali e sociali che influenzano ciò che è considerato accettabile o inaccettabile.

La teoria della sublimazione presuppone anche un processo relativamente inconscio, mentre le recenti teorie enfatizzano l’importanza della scelta conscia e l’intenzionalità nell’adottare strategie di coping e adattamento. La revisione di questo concetto deve quindi integrare una comprensione più sfumata del ruolo della consapevolezza e dell’autoregolazione.

Un altro punto di critica è la tendenza della sublimazione a connotare alcuni comportamenti come superiori ad altri, potenzialmente ignorando il valore e il significato intrinseco di ogni espressione umana, compresi quelle meno produttive dal punto di vista sociale o economico.

Infine, una revisione moderna della sublimazione dovrebbe porre maggiore enfasi sull’individuazione e la valorizzazione dell’autenticità personale e sull’importanza di esprimere piuttosto che reprimere o riorientare gli impulsi. Le ricerche attuali sottolineano la necessità di validare tutte le emozioni, favorendo l’espressione autentica in modi che siano sia personalmente soddisfacenti sia socialmente responsabili. La sublimazione potrebbe quindi essere riformulata come un processo dinamico che coinvolge la continua negoziazione tra desideri personali, valori etici e aspettative sociali.

Sublimazione e applicazioni cliniche

La rilevanza clinica della sublimazione risiede nella sua capacità di offrire un meccanismo salutare per la gestione degli impulsi provocatori o dannosi che, se non adeguatamente elaborati, potrebbero portare a comportamenti autodistruttivi o socialmente inappropriati.

Nella pratica psicoterapeutica, la capacità di sublimare le pulsioni può essere incoraggiata come parte del processo di guarigione o come strategia di prevenzione dei disturbi psicologici.

Dal punto di vista terapeutico, incoraggiare tale meccanismo può aiutare a trovare vie alternative per esprimere energie represse o conflitti interni. Gli impulsi ritenuti fonte di ansia o di comportamenti disadattivi possono essere canalizzati in attività che non solo riducono lo stress, ma possono anche promuovere il benessere psicologico.

Attraverso la sublimazione, è possibile migliorare la propria autostima, partecipando ad attività che permettono di sentirsi valorizzati e apprezzati dalla comunità. Questo processo può anche migliorare le relazioni sociali e la comprensione di sé, dal momento che si imparano modi più sani per interagire con gli altri e per gestire le proprie emozioni e pulsioni.