Il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) è una patologia psichiatrica che può insorgere dopo l’esposizione a un trauma.
Le situazioni che possono scatenarlo sono eventi capaci di minacciare l’integrità psicofisica della persona e includono scenari di guerra, violenza personale, incidenti gravi, catastrofi naturali o abusi sessuali.
Il disturbo da stress post-traumatico è un disturbo complesso che può influenzare significativamente la qualità della vita di una persona e richiede un trattamento psicologico professionale. Vediamo cos’è, in che modo si manifesta e come superarlo.
Che cos’è il disturbo da stress post-traumatico o PTSD?
Il disturbo da stress post traumatico (PTSD) è una condizione psicologica che può svilupparsi dopo l’esperienza di eventi traumatici estremi. Esempi di questi traumi possono essere incidenti gravi, violenza o abuso subiti.
In seguito ad un evento esterno particolarmente traumatico, la persona inizia a manifestare un insieme di reazioni di tipi psichico e fisico che alterano la sua vita di tutti i giorni. Il disturbo si caratterizza per la presenza di pensieri intrusivi, incubi, e flashback relativi all’evento, e per l’evitamento dei ricordi legati al trauma. Può colpire individui di tutte le età, bambini, adolescenti e adulti, compresi familiari, testimoni o soccorritori coinvolti nell’esperienza.
I sintomi che la persona con PTSD esperisce si manifestano su più piani, come sarà approfondito a breve. Possono infatti:
- essere relativi al rivivere l’esperienza
- avere ripercussioni sull’umore
- manifestarsi in termini di reattività.
Disturbo da stress post traumatico e DSM
Il disturbo da stress post-traumatico è stato ufficialmente introdotto nel DSM-III (1980), ed è stato formalizzato come una condizione psichiatrica a sé.
Va aggiunto come il PTSD è stato descritto per la prima volta, in modo sistematico, durante la guerra del Vietnam negli anni ’60 e ’70, quando si osservò un numero crescente di soldati che mostravano sintomi psicologici gravi a seguito delle esperienze traumatiche in combattimento.
Quali sono i sintomi del disturbo da stress post-traumatico?
Innanzitutto, la gravità dei sintomi del disturbo post traumatico può variare in relazione alla risposta soggettiva e al fatto che si sia trattato o meno di un’esperienza diretta.
Il disturbo è definito “stress” post-traumatico perché sottopone l’individuo, a seguito dell’episodio, a una serie di sintomi psichici e fisici particolarmente complessi da gestire. Il presente la realtà tendono ad essere vissuti come minaccia.
Sintomi psichici
Il disturbo da stress post traumatico nel DSM-5 è definito dalla coesistenza di quattro gruppi di sintomi.
Sintomi psichici | Descrizione |
---|---|
Intrusioni o ri-esperienza | Caratterizzate da pensieri intrusivi, flashbacks, incubi. In altre parole, le persone con PTSD hanno la sensazione di rivivere l’evento scioccante. |
Evitamento | Si manifesta con deficit di memoria e senso di distacco. Porta a evitare il pensiero di luoghi o di persone associati all’episodio scatenante e a rinunciare alla socializzazione. |
Alterazioni negative di umore, memoria e cognizione | Comprendono:
|
Ipereccitabilità | Contraddistinta da:
I pazienti si sentono in pericolo, come se fossero continuamente minacciati dalla ricomparsa del trauma, e possono reagire in modo aggressivo. In alcuni casi, per alleviare questo stato, possono ricorrere a droghe e alcol. Quando perdono il controllo, possono sviluppare tendenze suicidarie. |
Sostanzialmente, è come se, in seguito all’episodio, fosse difficile per il sopravvissuto scrollarsi di dosso la memoria di quanto avvenuto, e proseguire normalmente con la propria vita.
Sintomi fisici
Il disturbo è facile da riconoscere anche grazie alle ripercussioni che ha sul corpo della persona colpita. Tra i sintomi fisici possono, infatti, verificarsi:
- minor senso di stabilità e radicamento a terra
- postura distorta o collassata
- tremori
- tachicardie non facilmente interpretabili
- senso di accelerazione o al contrario forte senso di collasso.
Disturbi associati
Il disturbo da stress post traumatico si accompagna frequentemente ad altri disturbi, come risultato dello stress prolungato e della mancanza di capacità adattiva indotti dal trauma. Secondo l’American Psychiatric Association, la comorbilità può riguardare l’80% dei pazienti.
La regolazione delle emozioni, l’autostima, la stabilità dell’umore e la fiducia negli altri sono spesso danneggiate, portando a diversi disturbi.
- Depressione
- Ansia
- Disturbi del sonno
- Dipendenze
- Disturbi dell’alimentazione
- Disturbi della personalità, che a loro volta possono essere:
Il disturbo da stress mina in modo pervasivo il benessere e l’integrità della persona. I sintomi invadono e alterano i processi mentali, le percezioni di sé, le relazioni e la gestione della vita quotidiana. Ulteriori disagi che non di rado si presentano includono disturbi nella sfera sessuale, l’autolesionismo e la mancanza di autocontrollo.
Quando insorge e quanto dura il disturbo post traumatico da stress?
Il disturbo da stress post traumatico si manifesta a distanza di giorni, settimane o addirittura mesi dal trauma. Si parla di PTSD a espressione ritardata quando i sintomi insorgono dopo anni dall’evento scatenante.
È impossibile definire a priori il decorso di un disturbo post-traumatico. Il PTSD può durare da pochi giorni a molti anni; per essere diagnosticato però deve durare almeno 6 mesi.
La condizione colpisce anche gli animali, ma siamo anche consapevoli di quanto il perdurare dei sintomi nell’uomo sia molto maggiore e possa arrivare a coprire interi anni di vita. L’animale, a differenza dell’uomo, è in grado di “dissipare” la memoria dell’episodio traumatico in modo più rapido.
Quali possono essere le cause del disturbo da stress post traumatico?
Il disturbo da stress post-traumatico è causato da un’esperienza sconvolgente spesso identificata come “shock emotivo”. Il trauma, più in generale, è definito come qualsiasi cosa che possa minacciare la vita o l’integrità fisica e psichica di una persona.
Anche l’assistere a traumi vissuti da qualcuno vicino può costituire un trauma. Il nostro cervello, infatti, elabora le esperienze emotive anche solo osservandole, grazie ai neuroni specchio. La percezione di uno stesso trauma è inoltre diversa da persona a persona, con conseguenze psico-fisiche differenti.
Tra le situazioni che possono provocare il PTSD ci sono scenari bellici e attacchi terroristici, catastrofi naturali, incidenti d’auto e aerei. Altre situazioni sono rapine, stermini, violenze sessuali e abusi fisici. Da non dimenticare anche l’eventualità di essere stati maltrattati durante l’infanzia.
Come viene sperimentato il trauma
Sono poi diverse le modalità con cui un trauma può essere vissuto.
- Vivere personalmente l’evento, come vittima.
- Essere testimone di un’esperienza sconvolgente che colpisce altre persone.
- Venire a conoscenza di un episodio che ha influito gravemente su qualcuno vicino emotivamente, come un familiare o un amico stretto. Ciò avviene in particolare nei bambini che apprendono incidenti che coinvolgono le loro figure di attaccamento principali, come i genitori.
- Ripetuta esposizione a dettagli cruenti dell’evento, come avviene per esempio nei soccorritori.
Disturbo post-traumatico nei bambini
I traumi infantili possono originare da una varietà di eventi che un bambino può esperire durante la crescita. Alcuni degli esempi più comuni, che possono dare esito al disturbo post-traumatico, includono:
- violenza fisica, violenza sessuale maltrattamenti emotivi e violenza psicologica. Ad esempio, abusi verbali, umiliazioni, minacce, isolamento
- negligenza, che si verifica quando i genitori o gli altri caregiver non forniscono adeguato sostegno, cure, nutrimento, istruzione o supervisione al bambino
- divorzio o separazione conflittuale dei genitori
- morte di un genitore o di una persona significativa
- situazioni di violenza domestica
- catastrofi naturali, o gravi incidenti
- abuso di sostanze: l’esposizione al consumo e all’abuso di sostanze da parte dei genitori o degli altri caregiver può costituire uno shock per il bambino.
Nei bambini, alcuni dei sintomi caratteristici del disturbo post-traumatico possono variare rispetto agli adulti. Per esempio, i bambini spesso rivivono aspetti del trauma non direttamente, ma mettendoli in atto attraverso il gioco. Possono essere osservati, inoltre, sintomi di iperattivazione come problemi di attenzione, condotta e concentrazione a scuola.
Cosa succede al cervello dopo un trauma psicologico?
I pazienti con PTSD producono livelli anomali di ormoni connessi con la reazione allo stress e alla paura. Il centro responsabile di questi processi è l’amigdala, una ghiandola alla base del cervello. In situazioni normali, quando ci si trova in condizioni di paura, l’amigdala si attiva producendo sostanze che riducono il dolore temporaneamente. In pazienti affetti da PTSD, invece, l’attivazione dell’amigdala persiste anche dopo l’evento, causando alterazioni emotive.
Anche i livelli di neurotrasmettitori che agiscono sull’ippocampo sono alterati, con cambiamenti nella memoria e nell’apprendimento. Queste anomalie a livello dei neurotrasmettitori sono all’origine dei ricordi improvvisi e dolorosi degli eventi traumatici.
Come avviene la diagnosi?
Per diagnosticare il disturbo da stress post traumatico, secondo i criteri diagnostici del DSM 5, i pazienti devono aver subito direttamente o indirettamente un evento traumatico e presentare per un periodo di almeno 1 mese alcuni dei sintomi succitati e riconducibili a ciascuna delle seguenti categorie.
Nello specifico, deve essere presente almeno uno dei sintomi intrusivi:
- ricordi inquietanti, involontari e ricorrenti dell’evento
- incubi ricorrenti relativi all’evento
- comportarsi o sentirsi come se l’evento stesse accadendo di nuovo, con allucinazioni o completa perdita di consapevolezza del presente
- provare intensa sofferenza psicologica o fisica al ricordo del trauma (ad esempio, in occasione dell’anniversario o attraverso suoni simili a quelli uditi durante l’accaduto).
Deve comparire almeno uno dei sintomi di evitamento:
- evitare pensieri, sensazioni o ricordi associati all’evento
- evitare attività, luoghi, conversazioni o persone che riportano alla mente l’episodio scatenante
Devono esserci almeno due dei seguenti effetti negativi su cognizione e umore:
- amnesia di parti significative dell’episodio (amnesia dissociativa).
- opinioni negative persistenti ed esagerate o aspettative su sé stessi, gli altri o il mondo.
- pensieri persistenti e distorti sulla causa o sulle conseguenze del trauma che portano a incolpare sé o gli altri
- stato emotivo negativo persistente: paura, orrore, rabbia, senso di colpa, vergogna
- diminuzione significativa di interesse o partecipazione ad attività importanti
- sensazione di estraneità e distacco
- incapacità persistente di provare emozioni positive: felicità, soddisfazione, amore.
Devono manifestarsi almeno due segni di un’eccitazione alterata e reattività:
- disturbi del sonno
- irritabilità o scoppi d’ira
- comportamento imprudente o autodistruttivo
- difficoltà di concentrazione.
- aumento delle risposte di allarme.
- ipervigilanza.
Inoltre, i sintomi devono causare disagio significativo o compromettere in modo rilevante il funzionamento sociale o lavorativo e non devono essere attribuibili agli effetti fisiologici di sostanze o altri disturbi medici.
Come si guarisce da stress post traumatico?
Il disturbo post traumatico da stress o PTSD merita solitamente un opportuno trattamento. Possono esserci dei casi – più lievi – in cui il disagio svanisce in modo autonomo, ma esiste un alto rischio che, senza affrontare un percorso terapeutico, il disturbo diventi cronico.
Il trattamento contempla diverse terapie possibili. Tra le varie alternative, al momento la gold standard, ovvero la migliore, è considerata la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), con una forte attenzione per gli aspetti “corporei” del disturbo. Questo approccio guida il paziente nella gestione dell’ansia e della depressione, dandogli gli strumenti per modificare i propri comportamenti.
Un trattamento ottimale prevede anche l’utilizzo dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Re-processing), un trattamento psicoterapeutico volto a desensibilizzare i sintomi disturbanti legati ai ricordi traumatici. Nell’EMDR, grazie ai movimenti oculari o alla stimolazione tattile bilaterale (tapping), vengono ridotti gli effetti dei sintomi (desensibilizzazione) e si riattiva il processo fisiologico di elaborazione delle informazioni (riprocessamento).
Fondamentale, nel percorso psicoterapeutico, è il coinvolgimento dell’ambiente familiare e sociale: le persone vicino al soggetto affetto da PTSD devono essere rese consapevoli delle modalità di sviluppo e delle implicazioni di questa sindrome. La conoscenza delle caratteristiche e dei sintomi del disturbo può aiutare infatti a riconoscerlo per tempo e a intervenire tempestivamente per superarlo.
Trattamento farmacologico
La possibilità di ricorrere a terapia farmacologica prescritta da uno psichiatra che conosca a fondo la storia del paziente rappresenta un’ulteriore risorsa da pensare come una “stampella” a cui appoggiarsi per fuoriuscire dal problema. Le evidenze dell’efficacia del trattamento farmacologico nel disturbo post-traumatico da stress sono meno solide di quelle per la psicoterapia focalizzata sul trauma.
Il più delle volte, i farmaci sono utilizzati per trattare disturbi psichiatrici coesistenti, o soprattutto i sintomi del disturbo post-traumatico, come la depressione o l’ansia.
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina possono ridurre l’ansia e la depressione. In particolare, il prazosin sembra avere utile per ridurre gli incubi. Un breve ciclo di sedativi può essere utile nel trattamento dell’insonnia. Altri tipi di farmaci utilizzati includono:
- antipsicotici atipici: aripiprazolo
- stabilizzatori dell’umore: acido valproico
- psichedelici: come MDMA, psilocibina e ketamina.
Importanza della cura di sé
La cura di sé è fondamentale dopo aver sperimentato un trauma. Questa riguarda:
- la sicurezza personale
- la salute fisica
- la consapevolezza.
La sicurezza personale è un aspetto particolarmente cruciale. Le persone possono elaborare meglio ciò che è accaduto quando si sentono sicure insieme ai propri cari. Tuttavia, situazioni come abusi domestici, conflitti bellici o pandemie possono rendere difficile raggiungere un completo senso di sicurezza. Nei di crisi prolungate, è consigliabile seguire i consigli degli esperti per proteggere sé stessi e i propri cari nel miglior modo possibile.
Durante e dopo un trauma, come abbiamo visto, anche la salute fisica può essere compromessa. È importante che la persona cerchi di seguire uno stile di vita salutare, includendo una corretta alimentazione, sufficiente riposo e attività fisica regolare. È fondamentale usare con moderazione, o evitare del tutto, sostanze come l’alcol o farmaci sedativi come le benzodiazepine.
Una gestione attenta del proprio benessere aiuta a mitigare stress, rabbia, tristezza e isolamento, sentimenti comuni in chi ha subito traumi. Se possibile, è importante mantenere una routine quotidiana, partecipare alle attività familiari e comunitarie e coltivare hobby e crearne di nuovi.
Limitare l’esposizione alle notizie e dedicarsi ad altre attività, come la lettura, i puzzle, la pittura o la cucina, può apportare maggiori benefici.
(13 Novembre 2024)