Per comportamenti devianti s’intendono quelle azioni che si discostano dalle norme e dagli standard comunemente accettati dalla società.
Questo concetto, che oscilla tra anticonformismo e patologia, può trovare manifestazione in contesti diversi, dal mondo degli adolescenti a quello del lavoro, passando per l’ambiente scolastico.
Vediamo cosa definisce un comportamento come deviante, sfatando i miti più comuni e chiarendo le complessità che si nascondono dietro questo termine.
Cosa s’intende per comportamenti devianti?
I comportamenti devianti sono quelle azioni o atteggiamenti che non sono accettati nella società in generale e che possono essere considerati dannosi o pericolosi per la persona che li manifesta e per gli altri. Sono comportamenti che collidono con la struttura etica o le norme dominanti di una collettività e che, di conseguenza, possono incorrere in sanzioni, forme di disapprovazione, condanna o discriminazione.
La devianza comportamentale si rivela nel tessuto sociale come una manifestazione altamente soggettiva e relativa, variando significativamente tra diverse culture, epoche storiche e contesti sociali. Perciò, quello che può essere considerato deviante in una società potrebbe non esserlo in un’altra. Fondamentalmente, la devianza è un costrutto sociale che dipende dalle percezioni collettive e dai valori dominanti di una specifica comunità.
Quali sono le condotte devianti?
È possibile distinguere diverse forme di devianza in base tipo di norme che viene infranto: giuridico, religioso, morale, sociale. Tra le condotte più comunemente riconosciute come devianti rientrano:
- criminalità: azioni che violano le leggi stabilite, come furto, aggressione, o truffa
- dipendenza patologiche e abuso di sostanze: l’uso illegale o improprio di sostanze come droghe, alcol e farmaci
- comportamento violento: include sia la violenza fisica che quella verbale o psicologica contro gli altri
- disonestà: comprende azioni come mentire, ingannare o frodare
- non conformità alle norme sociali: comportamenti che, anche se non necessariamente illegali, violano le aspettative sociali convenzionali (ad esempio, disobbedienza civile).
Importante è considerare che la devianza non è intrinsecamente negativa. In alcuni casi, quando non è lesiva della dignità e non nuoce agli altri può stimolare il cambiamento sociale e la revisione delle norme ingiuste. Le società si evolvono e, con esse, anche le definizioni di devianza, evidenziando la complessità e la variabilità di questi comportamenti nel tempo e nello spazio.
Vediamo quali sono i comportamenti devianti nei diversi ambiti: adolescenziale, lavorativo e scolastico.
Adolescenza: cosa vuol dire devianza giovanile?
La devianza giovanile comprende comportamenti che possono variare in gravità, spaziando da atti relativamente innocui, come violazioni minori delle regole scolastiche, a comportamenti più seri e potenzialmente illegali, come vandalismo, abuso di sostanze, furto o altri crimini.
La devianza giovanile è spesso considerata una fase di esplorazione e sperimentazione durante lo sviluppo adolescenziale, in cui i giovani testano i confini delle norme sociali e cercano di definire la propria identità. Tuttavia, comportamenti devianti persistenti o gravi possono essere indicativi di problemi più profondi, come difficoltà familiari, problemi psicologici, turbamenti emotivi, mancanza di sostegno sociale o l’esposizione ad ambienti negativi.
I comportamenti devianti durante l’adolescenza possono includere una varietà di pratiche rischiose che mettono in pericolo sia la salute fisica che il benessere psicosociale. Alcuni di questi comportamenti comprendono:
- uso di sostanze psicoattive (come sigarette, alcolici, spinelli ed altre droghe)
- guida spericolata
- aggressione
- furto
- vandalismo
- condotta sessuale non sicura
- menzogne e bugie.
Queste condotte presentano tra loro molte differenze, e spesso rappresentano un tentativo dell’adolescente di affrontare le difficoltà insite in ogni percorso di crescita, includendo la ricerca di autonomia, l’esplorazione dell’identità individuale e il desiderio di accettazione. Questi comportamenti diventano patologici quando superano la normale sperimentazione o la ricerca di autonomia tipica per esempio dell’adolescenza, diventando invece sintomatici di problemi più profondi.
Comportamenti devianti a lavoro
I comportamenti devianti sul lavoro possono assumere svariate forme, riflettendo una vasta gamma di azioni che violano le norme organizzative, minacciando così il benessere dell’organizzazione stessa o dei suoi membri. Tra questi comportamenti figurano:
- rifiuto dell’impegno sul posto di lavoro, come l’assentarsi ingiustificatamente, oppure evitare di eseguire le proprie mansioni
- comunicazione nociva: chiacchierare e spettegolare sugli altri, diffondere voci o dicerie che possono danneggiare le relazioni tra colleghi o l’immagine dell’azienda
- furto e danneggiamento, ad esempio, di beni o proprietà aziendali
- negazione delle informazioni: ovvero trattenere consapevolmente informazioni importanti che possono essere essenziali per il lavoro degli altri
- mobbing, abuso verbale e aggressione fisica: ovvero, comportamenti aggressivi che possono spaziare dall’insulto e dalla minaccia fino ad arrivare a condotte di violenza fisica.
Inoltre, è importante osservare che la devianza sul luogo di lavoro non solo incide negativamente sul clima lavorativo, ma può anche avere serie ripercussioni sulla produttività e sulla salute psicofisica dei dipendenti, aumentando i livelli di stress e insoddisfazione.
Comportamenti devianti a scuola
I comportamenti devianti a scuola possono riflettere problematiche sia individuali che collettive, che possono essere affrontate con strategie e interventi appropriati. Alcuni dei comportamenti più comuni includono:
- bullismo: prevaricazione sistematica e prolungata nei confronti di altre persone, che può manifestarsi attraverso aggressioni fisiche, verbali o psicologiche
- assenteismo: ovvero, la mancanza prolungata e ingiustificata a scuola, spesso indicativa di disagi più profondi.
- comportamenti aggressivi: che possono manifestarsi attraverso liti frequenti con compagni e insegnanti, e arrivare a vere e proprie aggressioni
- abuso di sostanze
- problemi di disciplina generali: come atteggiamento di sfida, mancanza di rispetto per le regole scolastiche, vandalismo e furto.
Quando i comportamenti devianti diventano patologici?
Il criterio fondamentale che consente di distinguere i comportamenti di sviluppo normali da quelli patologici non è necessariamente fenomenologico o comportamentale, ma piuttosto temporale, ossia basato sulla transitorietà o sulla persistenza di tali comportamenti. Quando un comportamento, come l’uso problematico di sostanze o un’attività delinquenziale, persiste oltre un certo periodo di tempo o interferisce significativamente con la vita quotidiana della persona, può essere considerato patologico.
In generale, i comportamenti devianti patologici si riferiscono a quelle azioni che non solo violano le norme e le aspettative sociali, ma che hanno anche implicazioni cliniche o psicologiche, segnalando la presenza di disturbi mentali o psicopatologici. Questi comportamenti si discostano dalla norma al punto da richiedere un’attenzione specialistica per via della loro natura compulsiva, ripetitiva, o del loro impatto dannoso sull’individuo o sulla società.
Comportamenti devianti e disturbi di personalità
Alcuni disturbi della personalità possono manifestarsi attraverso comportamenti devianti, come il disprezzo persistente per le norme sociali, o azioni che includono inganno, aggressività, manipolazione e mancanza di sensi di colpa e rimorso.
Tra i disturbi di personalità che molto spesso danno esito a comportamenti devianti figurano:
- disturbo antisociale: è caratterizzato spesso dal mancato rispetto delle norme sociali, da azioni illegale, menzogne e inganni
- disturbo narcisistico: oltre a un grandiosità eccessiva e alla mancanza di empatia, può comportare il sentirsi superiori alla legge e agli altri
- disturbo borderline: può dare esito a comportamenti impulsivi e autodistruttivi
- disturbo istrionico: anche se non implica pratiche criminali, può condurre a comportamenti manipolativi o seduttivi inappropriati
- disturbo ossessivo compulsivo: i comportamenti caratteristici di questo disturbo possono essere visti come devianti quando le persone insistono rigidamente sui loro metodi o aspettative senza considerare il contesto o i sentimenti degli altri
- disturbo schizotipico: è caratterizzato da comportamenti eccentrici e credenze insolite (ad esempio, pensare di avere poteri extrasensoriali). Anche se questi atteggiamenti non sono necessariamente dannosi per gli altri, possono essere percepiti come devianti a causa della loro discrepanza con le norme sociali
- disturbo evitante: anche se il comportamento evitante può non essere considerato “deviante” nel senso tradizionale, la tendenza a isolarsi e a evitare le interazioni può deviare significativamente dalle aspettative sociali di partecipazione e apertura agli altri
- disturbo dipendente: può portare a dinamiche relazionali devianti, comprendendo la dipendenza eccessiva dagli altri per decisioni e responsabilità personali.
Devianze e altri disturbi
Altri disturbi che possono dare esito a comportamenti devianti comprendono:
- disturbi dell’umore: per esempio, la depressione e il disturbo bipolare possono determinare comportamenti autodistruttivi, come tentativi di suicidio, autolesionismo o abuso di sostanze
- disturbi alimentari, come l’anoressia nervosa o la bulimia
- impulsività e disturbi del controllo degli impulsi: si tratta di compulsioni e comportamenti impulsivi che l’individuo non riesce a controllare, come accade in ludopatia, cleptomania o piromania
- sessualità patologica: è il caso delle parafilie o altre disfunzioni sessuali, come la pedofilia, in cui l’individuo sperimenta difficoltà o compie atti sessuali dannosi o criminali.
Quali sono le cause delle devianze?
Le origini dei comportamenti devianti sono oggetto di numerosi studi e teorie nei campi della sociologia, psicologia, criminologia, e antropologia. Le principali cause comprendono:
- fattori biologici e genetici: alcune ricerche suggeriscono che possa esistere una predisposizione biologica o genetica alla devianza, influenzata tuttavia dall’ambiente sociale e familiare
- fattori psicologici: problemi legati all’autostima, alla depressione, o altre problematiche psicologiche possono indurre comportamenti devianti come meccanismo di coping o di fuga dalla realtà
- influenze sociali e ambientali: l’ambiente in cui si cresce, compresi famiglia, amici, e contesto sociale più ampio, gioca un ruolo fondamentale, specialmente durante gli anni formativi dell’infanzia e dell’adolescenza
- struttura socioeconomica: disuguaglianze economiche, povertà, e mancanza di opportunità possono aumentare la frustrazione e indirizzare verso comportamenti considerati devianti come modo per sfuggire a condizioni difficili o avverse.
Che implicazioni hanno i comportamenti devianti?
I comportamenti devianti non sono sempre negativi o distruttivi. Possono, in alcuni casi, fungere da catalizzatori per il cambiamento sociale, ponendo le basi per una riflessione critica sulle norme esistenti e la possibile evoluzione di nuovi standard comportamentali più inclusivi ed equi.
La loro individuazione come “devianti” fa sorgere importanti questioni etiche e sociali riguardo al trattamento delle persone che si discostano dalle norme dominanti e solleva il problema di come la società dovrebbe gestire questi comportamenti, bilanciando tra controllo sociale, supporto e inclusione.
Ai fini di un intervento efficace, l’identificazione e la comprensione dei comportamenti devianti patologici richiedono un’approfondita valutazione clinica, condotta da professionisti della salute mentale. Trattare questi comportamenti può richiedere una combinazione di terapie farmacologiche, terapia cognitivo comportamentale supporto continuativo per affrontare le cause sottostanti e promuovere la salute mentale e il benessere psicologico delle persone coinvolte.
(7 Maggio 2024)