La depressione post partum è un disturbo dell’umore caratterizzato da tristezza persistente, stanchezza estrema, ansia e difficoltà a legarsi al neonato.
Questa condizione, come indica lo stesso termine, si presenta nelle donne dopo aver partorito. Influisce sul benessere mentale e può compromettere la relazione madre-bambino.
Questo disturbo dell’umore richiede attenzione e supporto adeguati e tempestivi. Vediamo cos’è la depressione post partum, quali sono le cause, come riconoscerla e uscirne.
Che cos’è la depressione post partum?
La depressione post partum è una forma di depressione che affligge circa il 7-12% delle neomamme. Più precisamente, si manifesta entro il primo anno dopo la nascita del bambino, solitamente tra la 6ª e la 12ª settimana.
Tra le donne con precedenti esperienze di aborto o perdita perinatale, la diffusione del disturbo è ancora maggiore, raggiungendo quasi il 30% dei casi.
A differenza del “baby blues“, una fase transitoria piuttosto comune caratterizzata da leggere variazioni dell’umore, la depressione post partum si distingue per la sua intensità e persistenza. Gli episodi spesso perdurano dai 2 ai 6 mesi e comprendono una vasta gamma di sintomi che incidono notevolmente sul benessere della persona.
La depressione post partum è un fenomeno che riguarda specificamente le madri. In alcuni casi, tuttavia, può colpire anche i padri: si parla in questi casi, più precisamente, di depressione postnatale paterna.
Come capire se si ha la depressione post parto? Sintomi e segni
I sintomi della depressione post partum possono variare da donna a donna, ma generalmente includono:
- variazioni dell’umore durante il giorno (con pianti improvvisi senza motivazione apparente)
- senso persistente di tristezza e sconforto ingiustificato
- costante presenza di ansia e irritabilità
- senso di colpa e frustrazione ricorrenti
- riduzione dell’autostima
- stanchezza e mancanza di energia
- alterazioni significative del sonno (insonnia o ipersonnia) e alimentazione (inappetenza o eccesso di appetito)
- mal di testa frequente
- apatia e perdita di interesse verso attività solitamente gradite
- difficoltà di concentrazione e pensiero sfocato
- tendenza a isolarsi, che talvolta sfocia in un distacco dai familiari e dal bambino stesso
- attacchi di panico
- pensieri negativi verso di sé o verso il bambino.
Spesso le madri provano un’eccessiva preoccupazione per il benessere del neonato. Si sentono inadeguate e incapaci di prendersi cura del bambino e fanno fatica a provare emozioni positive nei suoi confronti.
Un altro aspetto rilevante è la persistente sensazione di non sentirsi a proprio agio con sé stesse o di essere distaccate dalla realtà che circonda l’esperienza della maternità.
Quanto dura la depressione dopo il parto?
La depressione post partum, in casi di diagnosi tardiva o se non viene trattata adeguatamente, può protrarsi per diverse settimane o addirittura mesi.
Al contrario, una diagnosi tempestiva e un trattamento accurato possono notevolmente ridurre la persistenza dei sintomi. Questo permette alle madri di recuperare più rapidamente il benessere psicologico e di godere serenamente la vita quotidiana con il proprio figlio.
Perché si va in depressione post partum? Cause e fattori di rischio
Le cause della depressione post partum non sono ancora chiare. Sono stati individuati, però, alcuni fattori che possono contribuire al suo sviluppo, che intrecciano dinamiche:
- fisiche
- psicoemotive
- culturali
- sociali.
Durante la gravidanza le donne sperimentano cambiamenti ormonali significativi, a cui si aggiungono le difficoltà psicologiche ed emotive legate al futuro e alla nuova vita in compagnia di un neonato.
Inoltre, il periodo perinatale porta la futura madre ad affrontare una serie di pressioni sociali, aspettative e cambiamenti nello stile di vita. Queste possono avere un impatto significativo sul suo benessere, generando un’ansia legata alle responsabilità e agli standard imposti dalla società.
In alcuni casi, pregressi disturbi psicologici possono aumentare il rischio di sviluppare questa condizione.
Tra i fattori che possono aumentare nella donna il rischio di sviluppare la depressione post partum, troviamo:
- relazioni coniugali stressanti e/o violenza domestica
- isolamento sociale
- problemi finanziari
- mancanza di sostegno familiare nell’accudimento del bambino
- precedenti disturbi depressivi durante la gravidanza
- eventi traumatici come lutti o difficoltà verificatesi durante il parto.
Tipo di fattori | Condizioni |
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Biologici | Cambiamenti ormonali significativi durante la gravidanza che possono influenzare l’equilibrio psicoemotivo. |
Psicologici |
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Sociali |
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Fattori pregressi |
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Altri fattori di rischio |
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Come capire se si ha la depressione post parto? Diagnosi
Nonostante siano numerose le donne che soffrono di depressione post parto, sono ancora poche coloro che ne parlano apertamente. Questo avviene spesso per paura del giudizio altrui e per l’idea sbagliata che ammettere di soffrire di depressione dopo aver partorito sia un segno di debolezza.
Rendere pubbliche le testimonianze e condividere le proprie esperienze è invece un aspetto fondamentale per sfatare i pregiudizi e offrire un aiuto prezioso alle mamme che si trovano a vivere una situazione simile.
Il primo passo da fare è rivolgersi al consultorio o al proprio medico per poter capire la situazione e identificare il percorso più idoneo da seguire.
La diagnosi della depressione post partum viene fatta attraverso una serie di colloqui con esperti specializzati nel trattamento dei disturbi dell’umore.
I primi a essere coinvolti in questo processo sono i medici di famiglia, gli psicologi perinatali e le ostetriche. Questi professionisti hanno il compito importante di riconoscere i primi segnali della depressione post partum per individuare le strategie d’intervento più adatte. Gli specialisti principali in grado di offrire supporto alle madri dopo la diagnosi sono gli psicoterapeuti e gli psichiatri.
Come uscire dalla depressione post partum? Trattamenti e cure
I trattamenti per la depressione post partum possono includere una combinazione di terapie, quali:
- la terapia psicologica
- la terapia cognitivo-comportamentale (TCC)
- la terapia di supporto.
Tali terapie possono essere utili per affrontare i sintomi e fornire strategie per gestire lo stress legato alla maternità. In alcuni casi il supporto farmacologico, come gli antidepressivi, può essere prescritto. Questo solitamente dopo un’attenta valutazione del rischio-beneficio, dal momento che alcuni farmaci possono influire sull’allattamento.
Il sostegno sociale e familiare gioca un ruolo di rilievo nel percorso di recupero, fornendo alla madre non solo un supporto emotivo ma anche pratico durante questa fase delicata.
Prevenzione
La prevenzione della depressione post partum parte innanzitutto dalla comprensione di quanto intensa e totalizzante possa essere l’esperienza della maternità. È fondamentale dunque sostenere la donna in questo percorso. Questo può significare, per esempio, per le persone attorno alla neomamma, alleggerire il carico di responsabilità familiari, domestiche e professionali che si trova ad affrontare dopo il parto, per evitare che possa sentirsene sopraffatta.
D’altra parte, è importante che le donne si sentano libere di condividere i sentimenti di incertezza e le emozioni, anche quelle meno positive, che scaturiscono dalla maternità con il proprio partner. Si tratta di un’azione fondamentale per preservare un dialogo e un sostegno reciproco nella coppia. Non meno importante è chiedere collaborazione nell’organizzazione della vita quotidiana e nella cura del bambino.
Un aiuto può arrivare anche dal confronto con altre donne che hanno attraversato o che stanno vivendo circostanze simili e possono offrire supporto e comprensione.
Quando i segni di malessere persistono, è poi imprescindibile, come già detto, ricercare il consulto di un professionista esperto, capace di fornire assistenza specializzata.
(19 Novembre 2024)