La fobia è una condizione che rientra tra i disturbi d’ansia. Ad innescarla possono essere molteplici fattori: da un determinato oggetto o animale fino ad una certa sensazione o situazione.
La fobia è una paura irrazionale e sproporzionata rispetto al reale pericolo che, nei casi più gravi, può determinare stati d’ansia e compromettere la qualità della vita di chi ne soffre.
In questo articolo, cercheremo di capire quali sono le principali fobie, le loro manifestazioni sintomatologiche, le possibili cause e le strategie utilizzate per trattarle.
Cosa sono le fobie?
La fobia, dal greco phóbos (paura), è un disturbo che rientra tra quelli d’ansia. Può essere innescata da un oggetto, un animale, una sensazione o una situazione. Si manifesta con una paura irrazionale, ma opprimente e sproporzionata rispetto al pericolo reale. In alcune persone, il disturbo può essere innescato anche solo al pensiero di ciò che causa la paura. Si parla in questo caso di ansia anticipatoria.
Cosa si intende per fobia specifica?
Le fobie non sono tutte uguali e possono essere divise in due grandi gruppi: le fobie specifiche e quelle complesse. Le prime riguardano situazioni, sensazioni o oggetti piuttosto specifici. Solitamente, l’origine di queste fobie va ricercata nell’età infantile o adolescenziale e la loro gravità tende a scemare con il tempo. In questa categoria rientrano le fobie verso gli animali, quelle ambientali o situazionali, le fobie corporee e quelle sessuali.
Fobie complesse
Le fobie complesse, al contrario di quelle specifiche, tendono a svilupparsi in età adulta e sono più limitanti. Sono in grado di generare paure profondamente radicate e associate a specifiche circostanze. La fobia sociale è un esempio di fobia complessa.
Fobie: un elenco
Tra le principali e più comuni fobie, considerando sia quelle specifiche sia quelle complesse, abbiamo:
- agorafobia (paura degli spazi aperti)
- acrofobia (paura dell’altezza)
- aracnofobia (paura dei ragni)
- aerofobia (paura di volare)
- atelofobia (paura di essere imperfetti)
- belonefobia (paura degli aghi)
- cherofobia (paura di essere felici)
- claustrofobia (paura degli spazi chiusi)
- coulrofobia (paura dei clown)
- demofobia (paura della folla)
- dismorfofobia (preoccupazione per il proprio aspetto fisico)
- emetofobia (paura del vomito)
- emofobia (paura del sangue)
- filofobia (paura di amare e provare fobie)
- fobia scolare
- hipopotomonstrosesquipedaliofobia (o paura delle parole lunghe)
- kenofobia (paura del vuoto)
- megalofobia (paura delle cose grandi)
- misofobia (paura dei germi)
- monofobia (paura di restare soli)
- odontofobia (paura del dentista)
- ofidiofobia (paura dei serpenti)
- omfalofobia (paura dell’ombelico)
- tocofobia (paura del parto)
- tripofobia (paura dei buchi)
A cosa sono dovute le fobie?
Sono molteplici i fattori che, associati tra loro, possono innescare una fobia. Possono essere, ad esempio, il risultato di un trauma subito da piccoli, la reazione al comportamento di un familiare (comportamenti appresi da genitori, fratelli o sorelle) o, ancora, essere il risultato di una predisposizione genetica. Le evidenze scientifiche hanno indicato come alcuni soggetti abbiano una tendenza innata a sviluppare stati d’ansia in misura maggiore rispetto ad altre persone.
Le fobie semplici o specifiche, in particolare, sono collegate nella maggior parte dei casi a traumi o incidenti patiti durante l’infanzia o l’adolescenza. Non sono ben chiare, invece, le cause delle fobie complesse, per le quali si ritiene esista una predisposizione genetica, con un coinvolgimento dei processi biochimici a livello cerebrale. Al punto che la risposta fobica si manifesti con veri e propri disturbi fisici come tachicardia, tremiti, sudorazione o mancanza di respiro.
Quali sono i principali sintomi?
Le fobie vengono diagnosticate clinicamente in base ai criteri del DSM-5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali.
Le manifestazioni principali delle fobie sono, nella maggior parte dei casi, gli attacchi di panico. Questi disturbi si verificano in modo improvviso e, molto spesso, senza alcun segnale di preavviso.
I sintomi possono essere sia fisici:
- sudorazione
- tremori
- vertigini
- fastidi al petto
- vampate di calore o brividi
- tachicardia
- dispnea
- nausea e dolori addominali
- intorpidimento
Sia psicologici:
- paura di perdere il controllo
- derealizzazione (senso di irrealtà)
- paura di morire.
Come si fa a curare la fobia?
Il trattamento delle fobie dipende molto dalla severità dei disturbi e della condizione che determinano. In alcuni casi, è sufficiente evitare il trigger che innesca la paura, in altri può essere più complesso procedere in questo modo (si pensi ad esempio alla paura di volare).
Per trattare le manifestazioni sintomatologiche delle fobie si può seguire un approccio farmacologico, affrontare un percorso psicoterapeutico o seguire una combinazione di queste terapie.
Terapia farmacologica
Nella maggior parte dei casi le fobie possono essere affrontate con successo attraverso un percorso cognitivo-comportamentale. Tuttavia, i farmaci possono essere prescritti per alleviare i disturbi fisici determinati dalle fobie e per brevi periodi di tempo.
Tra i principali farmaci suggeriti per trattare i sintomi tipici dei disturbi d’ansia ci sono:
- tranquillanti
- antidepressivi come gli SSRI, ossia gli inibitori selettivi del recupero della serotonina (SSRI)
- beta-bloccanti, in grado di rallentare la frequenza cardiaca e diminuire la pressione sanguigna
Terapia psicologica
Il trattamento di tipo psicologico è una delle strategie di intervento più efficaci per affrontare le fobie. L’approccio si basa sull’analisi delle ragioni profonde che determinano l’episodio fobico.
In particolare, con la terapia cognitivo-comportamentale si insegna al soggetto a tenere sotto controllo e gestire la propria fobia. Esistono anche alternative che si sono rivelate molto efficaci, come la mindfulness, ossia la meditazione consapevole, una pratica che alle principali tecniche di rilassamento abbina elementi teorici della terapia cognitiva.
Con la terapia cognitivo-comportamentale, il soggetto fobico impara a modificare il proprio comportamento e modo di pensare allo scopo di affrontare la paura nel modo corretto. Un altro approccio efficace consiste nell’esposizione graduale all’elemento fobico e può avvalersi del supporto della Realtà Virtuale. In un ambiente controllato e supervisionato da uno specialista, infatti, il paziente vive in modo graduale la propria paura allo scopo di imparare a gestire la propria reazione e desensibilizzarsi progressivamente.
Si sono rivelate funzionali, infine, anche le tecniche del biofeedback, che consistono nell’imparare a riconoscere gli elementi della propria fobia e i fattori che la innescano in modo tale da mantenerli il più possibile sotto controllo.
(7 Marzo 2022)